EN LA CAMA
di Matias Bize
Da quando ho cominciato a studiare la lingua spagnola uno dei metodi che uso per mantenerla viva è guardare alcuni film.
Da due anni sono diventato un fedele cliente della biblioteca dell’istituto Cervantes, dove prendo i film da vedere e qualche rivista da leggere.
La cineteca è molto rifornita di dvd, molti dei quali a me sconosciuti, per cui scegliere un film non è cosa semplice, se oltre alla lingua parlata e alla possibilità di sottotitoli in castellano tengo conto anche della trama.
Ma tenendo conto che ho intenzione di vedere quanti più film possibile, prima o poi, quello che in una fase iniziale scarto è probabile che lo veda successivamente.
Così ho scelto “En la cama” di Matias Bize, che tradotto letteralmente è “Nel letto”.
Il film racconta di due giovani, Bruno (per lo scrivente Mandrake!) e Daniela, che si conoscono in un caffè e un’ora dopo il loro primo approccio affittano una camera d’albergo per avere un incontro sessuale. L’appuntamento diventa occasione per raccontarsi il loro passato e la loro intimità. Finiranno per conoscersi, e sebbene non si rivedranno mai più, il loro incontro cambierà per sempre la vita di ciascuno.
Il film l’ho scelto per due ragioni serie e una curiosità:
1) Mi interessa soprattutto esercitare la lingua spagnola, i suoni, gli accenti e pertanto un film vale l’altro.
2) Il film è stato premiato con la “Spiga d’Oro” come migliore pellicola al festival di Valladolid nel 2005.
3) Volevo vedere la “tecnica” usata da Mandrake per approcciare la donna, e solo dopo un’ora riuscire a portarsela a letto.
Il film si è svolto per intero in una camera da letto, in un arco temporale di qualche ora, dove i due protagonisti, e unici attori, si confessavano a vicenda interrompendo il loro dialogo, come spot pubblicitari, con continui rapporti sessuali.
L’argomento era uno solo: le rispettive esperienze amorose precedenti il loro incontro.
Il film è stato girato con cinepresa a “spalla”, per cui mi è venuto il mar di mare, grazie anche ai continui primi piani e ai cambiamenti d’inquadratura repentini. La trama era piuttosto scarsa di contenuti e a domanda banale si susseguiva una risposta altrettanto scontata.
Le parole si comprendevano a fatica, perché più che parlare bisbigliavano e l’audio del film non era eccellente.
Il momento più aulico nei dialoghi tra i due attori è stato raggiunto a metà film, quando la donna, che di recente aveva vissuto una storia d’amore finita male, confessa di essersi innamorata di Bruno, mentre lui comodamente le risponde che tra loro non c’e niente ma che stanno semplicemente passando alcune ore in maniera piacevole. Fuori da quella stanza, continua Bruno, sarebbero ritornati due comuni estranei.
Un signore!!
Il film è terminato con l’ennesimo rapporto sessuale, così come era cominciato.
Mentre vedevo scorrere i titoli di coda, ho tratto le seguenti conclusioni:
1) ho allenato poco il mio spagnolo, visto che i dialoghi erano incomprensibili, come se i due attori parlassero con le spalle al microfono
2) più che la Spiga d’Oro, secondo me il film ha vinto la “Mazza d’Oro” al festival di Pian dei Pirenei, perché il valore cinematografico del film è pressoché nullo.
3) pensavo di imparare una efficace tecnica di approccio alle donne ma sono rimasto deluso, perché il film è iniziato con Mandrake che aveva compiuto la sua opera di persuasione e quindi era passato ai fatti. Viste le notevoli performances un altro titolo azzeccato per il film poteva essere “Sobra y abajo de Daniela”
In conclusione, il film è stato piuttosto scadente.
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