giovedì 10 dicembre 2009

La mia Giornata della Colletta Alimentare

“La confusione e lo smarrimento, in questo tempo di crisi, sembrano diventati lo stato d'animo più diffuso tra la gente.Imbattersi, però, in volti lieti e grati, per la sorpresa di essere voluti bene, scatena un desiderio e un interesse che trascinano fuori dal cinismo e dalla disperazione.Per questo anche quest'anno proponiamo di partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, perché anche un solo gesto di carità cristiana, come condividere la spesa con i più poveri, introduce nella società un soggetto nuovo, capace di vera solidarietà e condivisione del destino dei nostri fratelli uomini”

Come ogni anno, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è preceduta da dieci righe di giudizio e di invito al gesto di carità.
Quest’anno è giunta alla 13° edizione: personalmente sono dieci anni che partecipo come volontario, cinque come capo equipe del centro commerciale vicino casa mia.
In occasione del primo incontro di preparazione alla giornata della colletta, il responsabile della zona sud MI ci ha posto una domanda: “Perché, anche quest’anno, avete accettato di fare il capo equipe? Cosa vi muove?”
A turno, in maniera libera, si sono succeduti una serie di interventi di amici che hanno raccontato la loro esperienza e dato le loro ragioni. Quando è arrivato il mio turno, a cui fino allora avevo cercato di sottrarmi, ho abbozzato un intervento senza la pretesa di essere esaustivo ma che ha tentato di dare una risposta alla domanda posta.
Io accetto di fare il capoequipe per l’esperienza di pienezza e soddisfazione che ho provato l’anno prima. Fare il capo equipe è una responsabilità, perché devi gestire i contatti con il direttore del supermercato, spiegargli il gesto della colletta alimentare se non lo conosce, portare i volantini pubblicitari e accertarsi che il supermercato li affigga all’ingresso, prendere accordi sulla disposizione delle aree destinate allo scatolamento degli alimenti, il loro stoccaggio, il parcheggio del camion per il trasporto dei pallet, organizzare i turni dei volontari, assegnare loro i compiti, mantenere le public relations con i donatori……
Per quanto mi riguarda la giornata della colletta alimentare inizia al mattino alle 8 e finisce 30 minuti circa dopo la chiusura del centro commerciale.
La sera torno a casa, fisicamente stanco, psicologicamente cotto ma umanamente lieto. L’esperienza che faccio è quindi di una letizia e di una serenità che superano la stanchezza e alleviano qualche incazzatura. Ogni anno per me è una sorpresa, non c’è nulla di scontato e di conosciuto, salvo verificare ogni anno che tra i supermercati della zona, il Carrefour dove sono io arriva sempre terzo nella classifica di chi ha raccolto di più. A volte solo per qualche chilo, ma sempre medaglia di bronzo. Il primo posto è inarrivabile. Al secondo ci stiamo avvicinando!!
Naturalmente questo è un aspetto giocoso della vicenda!!
Nel giorno della colletta faccio esperienza di cosa voglia dire imbattersi in volti lieti e grati che ti vogliono bene. Lo vedo attraverso i volti dei volontari che mi aiutano e dei donatori che ci danno il sacchetto pieno che, chi poco chi molto, sono di una generosità che a priori è da non credere. Quante volte, dando il sacchetto e guardando in faccia la persona penso “questo lo butta” e invece un’ora dopo lo vedo arrivare con il carrello pieno di alimenti per l’infanzia o di pasta. Non solo, mi chiede anche come rimanere in contatto con l’associazione Banco Alimentare. Quante volte la libertà dei volontari non si è limitata al turno scelto ma è stato l’inizio di un rapporto che continua nel tempo. Quest’anno mi ha colpito in modo particolare un amico, che non conoscevo fino ad allora, il quale è arrivato la mattina con il figlio di 10 anni. Il figlio dava le buste insieme ad altri, il padre ci aiutava nel retro a inscatolare la roba. Abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, e quando tra i vari argomenti ha capito che ero un po’ preoccupato perché un turno pomeridiano era particolarmente sguarnito di volontari si è mostrato dispiaciuto e rincuorandomi ha detto che se riusciva sarebbe tornato. E così è stato con mio grande stupore. E’ tornato, si è rimesso a inscatolare, caricare i cartoni sulla bilancia e pesarli, ed è andato avanti così per altre tre ore. Alla fine era davvero contento.
Io commosso per la semplicità con cui ha partecipato.
Al gesto della colletta alimentare, come volontari partecipano tutti, uomini, donne, nonni, adulti e ragazzi, anche i miei figli che seppur piccoli aderiscono con gioia e semplicità e si mettono in moto e non si lasciano scappare un solo cliente del centro commerciale. Di pomeriggio sono arrivati circa quaranta ragazzi delle scuole medie, guidate dalle loro maestre: “I cavalieri del Graal”. Superato il primo momento di confusione e di panico, perché tutti volevano fare tutto e niente, una volta che ho assegnato loro i compiti, sono partiti come saette, le ragazze distribuendosi a macchia d’olio agli ingressi del supermercato, i ragazzi nel “retro bottega” a preparare scatole, riempirle di alimenti, chiuderle, caricarle sulla bilancia e quindi sui pallet.
Uno spettacolo da vedere e godere!!
Quest’anno la grossa novità è stato il fotografo, nel senso che uno di noi, il mio amico Mario che ho conosciuto sabato per la prima volta, ha portato con sé la macchina fotografica e ha immortalato degli “uomini in azione”. Lo ringrazio, e le foto che allego sono sue.
In tutto questo passaggio di volontari, incontri con i donatori, chiacchiere tra di noi, scherzi e battute, abbiamo anche riempito le scatole di alimenti, e quest’anno al Carrefour abbiamo raccolto oltre 8100 kg. In tutta Italia, la Colletta Alimentare ha raccolto più di 8600 tonnellate di cibo alimentare, segno che la generosità delle persone è stata immensa e che la carità continua ad essere più forte della crisi.











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