TODO EL BIEN DEL MUNDO
di Alejandro Agresti
Una donna scopre dopo più di venti anni che suo marito che credeva morto è invece vivo e abita in un piccolo paese del sud dell’Argentina. I due si erano conosciuti da giovani frequentando un movimento rivoluzionario e grazie all’attività politica svolta insieme si erano innamorati e avevano deciso di sposarsi. Ma presto l’uomo, spinto dai suoi ideali rivoluzionari aveva lasciato la famiglia alla ricerca di un mondo migliore, un mondo più giusto. Dopo aver toccato però con mano il fallimento degli ideali decide di scappare e di rifugiarsi in un piccolo paese dove inizia a lavorare come panettiere.
L’uomo è un personaggio noto in paese, tutti lo stimano, ma nessuno, compresi i suoi migliori amici, sanno del suo passato.
La moglie, quando scopre dove vive il marito si mette in viaggio con la figlia ventenne, e con l’altra figlia avuta da una relazione successiva. Insieme tenteranno di riallacciare un rapporto con il marito e padre e gli offriranno la possibilità di ricongiungersi con la famiglia.
Il film, a mio modo di vedere, descrive in maniera appassionante e chiara, con l’aiuto delle colonne sonore, il dramma della libertà di un uomo costretto a riconoscere il fallimento dei suoi progetti. In una scena, l’uomo confessa di aver lottato per un suo ideale di felicità fatto di un mondo più giusto e migliore e che invece scopre di avere tanta paura e di rimanere sempre più solo.
La figura della moglie è fondamentale, un muro portante, perchè anche dopo venti anni, vede in suo marito l’uomo con cui ha fatto una scelta di vita e pertanto si batte per riportarlo a sé. Dallo sguardo della donna traspare l’amore che ella prova per l’uomo, nonostante gli anni e le vicende trascorse.
E’ affascinante la figura della figlia, che non ha mai conosciuto il padre, perché quando è andato via la mamma era ancora incinta di lei. Sonia non sa cosa voglia dire avere un padre, ma attraverso la madre sa quanto egli sia comunque importante e pertanto lo desidera. Si mette in moto anche lei per conquistarlo e gli scrive una lettera appassionante, semplice ma toccante.
E’ la goccia che fa traboccare il vaso: l’uomo, evidentemente toccato nel profondo del suo cuore, riconosce di avere sbagliato tutto e sceglie di rimettersi in gioco.
Personalmente sono certo che il cuore dell’uomo non tradisce mai, e che l’uomo quando lo asseconda persegue la sua felicità.
Il film si conclude con un lieto fine, tutt’altro che la tradizionale americanata: il padre raggiunge la famiglia nel bar in cui sta cenando, e il primo piano della madre, sbalordita e spiazzata di fronte alla visione dell’uomo, descrive chiaramente la gioia per un marito ritrovato, un padre conquistato, un uomo che ha scelto di ricominciare.
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