martedì 22 settembre 2009

Ascensione sul Grignone

Sabato 12 settembre, con Ricky e Renzo, ormai fedeli compagni di avventura, sono salito sul Grignone.
Siamo partiti di mattina presto, ma una serie di imprevisti lungo la strada ci hanno costretto a ritardare di parecchio l’arrivo al parcheggio sopra Cainello.
Le previsioni meteo davano tempo instabile, con possibili piovaschi lungo l’arco alpino e le temperature in diminuzione: alle 10.15, quando siamo arrivati al parcheggio il cielo era limpido e la temperatura mite: unico neo, la cima del Grignone era coperta dalle nuvole, per cui non la vedevamo. Ma sapevamo benissimo che c’era!
Dopo aver affidato la giornata a “Colui che tutto move”, ci siamo incamminati con il desiderio di goderci questa giornata e riuscire a raggiungere la vetta.



Raggiunto il rifugio Bietti, prima tappa, abbiamo intrapreso il sentiero del Caminetto.
- Perché il sentiero si chiama del caminetto?
- Ma ovvio, perché ci sarà un tratto da superare che sarà simile a un caminetto.
- E che significa?
- Aspetta e vedrai!
Intanto, grossi nuvoloni grigi che ci hanno completamente avvolti hanno preso il posto del sole.
Lungo il tratto di avvicinamento al Caminetto abbiamo incontrato due camosci, che ci hanno guardato un po’ stupiti, come a dire “ma questi sono un po’ matti”! Forse, ma continuiamo a salire lungo il ghiaione fin quando arriviamo davanti una gola stretta, a prima vista difficile da superare….e non solo a prima vista!
Per quasi mezz’ora siamo stati impegnati a superare un muro e a costeggiarlo per un lungo tratto, con lo strapiombo sotto, facendo uso di mani, gambe, colpi di reni e….anche un po’ di culo!. Già, perché la pioggia del giorno prima aveva reso le rocce molto viscide e quindi assai pericolose. Ma la buona sorte e l’esperienza ci hanno permesso di superare la parete senza particolari difficoltà.













Giunti sulla cresta della Grigna, siamo stati spettatori di uno scenario unico: sembrava di stare in un teatro, dove le nuvole, come in un palcoscenico si aprivano e si chiudevano lasciando intravedere ora la Valsassina, ora il monte Legnone, ora Mandello del Lario.

Arrivati in vetta ci siamo fermati a pranzare al rifugio Brioschi, mentre fuori un forte scroscio di pioggia ci ha fatto tremare un po’ per il ritorno. E invece siamo stati graziati, perché finita la pioggia il tempo ha retto come per incanto fino al nostro arrivo al parcheggio, due ore e mezza dopo la partenza dal Brioschi.
Come sempre la montagna ci ha offerto uno spettacolo bellissimo, la compagnia di amici con cui ho affrontato la salita è stata fondamentale e la sensazione che ho provato una volta arrivato in cima è stata come di toccare il cielo e capisco che non basta e che vorrei salire ancora più in alto per assaporarne ancora di più!!

Nessun commento:

Posta un commento