Domenica mattina, 22 agosto, sono salito, da solo, sulla Punta Beltovo di Dentro (3325m) partendo a piedi dal paese di Solda, 1900m.
L’attacco del sentiero è posto dietro la stazione a valle della funivia e si snoda fino al rifugio Milano (2500), nei pressi della stazione a monte della funivia, attraverso una mulattiera che in estate è usata come pista per le mountain bike, mentre in inverno diventa una pista nera di sci.
Sono partito intorno alle 8, e come ormai accade sempre più spesso, vado in montagna senza orologio al polso, per ridurre al minimo la sua influenza sul mio passo.
Il risultato che sto ottenendo è che impiego parecchio meno tempo rispetto a quanto indicato dalle tabelle: sono giunto così al rifugio in meno di un’ora e un quarto. Dopo una breve pausa, per dissetarmi, ho ripreso il cammino attraverso un comodo sentiero che si snoda a fianco delle piste da sci, fino al rifugio Madriccio (2800m), e da qui, sempre attraverso il percorso seguito dalle piste sono giunto in prossimità del Passo Madriccio (3123m).
Con un balzo si giunge sulla cresta che segna il passaggio tra la Val di Solda e la Val Martello. La giornata, tersa e calda, ha offerto un panorama mozzafiato. Brevissima pausa, quindi, sono ripartito alla volta della cima attraverso un sentiero ben segnato ma piuttosto accidentato, dove l’uso delle mani è stato necessario per superare salti e grosse pietre. L’ultimo strappo è piuttosto ripido, ma le difficoltà non sono elevate e quindi facendo attenzione è possibile continuare la salita senza problemi. In appena tre ore sono giunto in cima, dove c’erano già altri escursionisti che mi hanno preceduto. L’ora era ancora presto, appena le undici: avendo programmato di pranzare al rifugio Madriccio avevo tutto il tempo di riposarmi, fare delle foto, e godermi un po’ di sole. Ma soprattutto, ho avuto la possibilità di contemplare le bellezze del creato. Avevo davanti a me, a portata di mano la triade composta dal Gran Zebrù, Zebrù e Ortles. Alla loro sinistra spuntava, bellissimo il Cevedale. Alla mia destra avevo la valle di Solda, di cui scorgevo non solo le persone che si muovevano lungo le strade ma anche i rumori delle poche macchine in circolazione. Voltandomi, sempre sulla destra, avevo davanti gli occhi la cima Vertana (3545m), chissà, magari la prossima tappa in solitaria. Alle mie spalle, la Val Martello, ampia, verde, a me sconosciuta.
Sono rimasto circa quaranta minuti a godermi questo magnifico spettacolo ma non mi sarei più staccato.
Verso le 11,45 ho ripreso lo zaino e le racchette e mi sono diretto al Rifugio Madriccio, dove ho assaporato l’ennesimo strudel, stavolta con l’aggiunta della vaniglia. Il dolce è stato all’altezza della bellezza della giornata, e la radler ha dissetato il mio corpo.
Intorno alle tredici e trenta ho ripreso la via del ritorno ripercorrendo fino a fondo valle lo stesso sentiero dell’andata.
Sono giunto casa, stanco ma non eccessivamente, assai contento e desideroso di raccontare subito alla mia famiglia lo spettacolo di cui avevo beneficiato.
Le foto rendono, in parte, l’idea di quanto ho visto.
lunedì 20 settembre 2010
lunedì 13 settembre 2010
Vacanza in Francia - presente e ritorno al passato
Che dire di questa vacanza in Francia: bellissima, al di sopra delle aspettative!!
Bella per come si è svolta, interessante per i luoghi visitati, eccezionale per le persone con cui è stata vissuta. In primis la mia famiglia!
La decisione di organizzare tale viaggio è stata molto celere, tanto semplice quanto banale la provocazione che l’ha generata.
Infatti, un pomeriggio di fine luglio, chattando su Skype con un mio carissimo amico “conterrone”, mi dice:
“Abbiamo prenotato per le vacanze (anche se ancora solo un volo A/R); andiamo a Parigi dal 10 al 19 agosto; siamo io, Peppino, Raffaele e signore....perchè non ci raggiungete…per un caffè? “
“Bella idea, il clan dei grammichelesi a Parigi?”, rispondo.
“Vorremmo stare due-tre giorni a Parigi e poi spostarci in Normandia”, ribatte.
“Grazie per l’invito, ti farò sapere al più presto”, concludo.
Spesso, tali proposte (quante ce ne facciamo tra amici!) si lasciano cadere nel dimenticatoio e si aspetta che il tempo dia il suo verdetto.
Invece, mia moglie ha accettato di buon grado l’invito e prontamente ha sentenziato:
“Organizziamo!!. Tu pensa al tour, io poi prenoto gli hotels”
Di fronte a tanta baldanza mi sono subito mosso a pianificare il giro oltralpe, partendo da un fatto.
Io sono stato in vacanza in Francia trent’anni fa, insieme ai miei genitori e due zii: tutti in una macchina, un’auto di grossa cilindrata che priva di seggiolini e accessori ora vigenti (e di cui sono un ligio osservatore!!) ci accoglieva molto comodamente. Il tour, allora, comprese la visita dei castelli della Loira, un po’ di giorni a Parigi e una veloce puntata in Normandia. Il tutto in circa quindici giorni.
Di tale vacanza, sebbene fossi piccolo, porto un ricordo vivo, un bagaglio presente i cui aneddoti, a volte, allietano le serate con i miei figli. Ricordo con viva memoria, la gioia e la serenità, tra di noi, in quei giorni, la bellezza di alcuni posti, i colori dei paesaggi attraversati.
Ho, quindi, organizzato il viaggio con la mia famiglia tenendo conto di questa esperienza precedente e delle nostre attuali necessità logistiche.
Il programma del tour ha previsto tre giorni di visite ai castelli della Loira e due giorni a Parigi. Naturalmente, in così poco tempo abbiamo dato priorità alle cose più importanti, visitando i posti che, dalle ricerche e dai giudizi espressi da chi ci ha preceduto sono considerati i più interessanti.
A Parigi abbiamo incontrato i nostri amici siculi.
Trentasei ore che entreranno negli annali della mia vita e di quella, ne sono certa, degli altri, i miei figli per primi.
E’ stata un’esperienza emozionante, vissuta nella semplicità e nella serenità di rapporti di “lungo corso”, di cui tutti abbiamo usufruito.
Il momento del distacco, è stato per i miei piccoli piuttosto drammatico, segno che i due giorni trascorsi hanno segnato per loro una tappa importante.
A dimostrazione di questo, il giorno dopo, sentendo per sms uno dei miei amici, mi ha scritto che sentivano la mancanza della vitalità e dell’entusiasmo dei miei figli.
Ritornando a casa, mi veniva in mente come è nata questa settimana in Francia: doveva essere l’occasione per un caffè in compagnia. Invece è diventata l’opportunità, a livello personale per fare memoria di una vacanza bella accaduta molti anni prima, per vivere una esperienza colma di gioia nel presente, e per la mia famiglia di godere di posti nuovi e di rapporti non scontati.
Bella per come si è svolta, interessante per i luoghi visitati, eccezionale per le persone con cui è stata vissuta. In primis la mia famiglia!
La decisione di organizzare tale viaggio è stata molto celere, tanto semplice quanto banale la provocazione che l’ha generata.
Infatti, un pomeriggio di fine luglio, chattando su Skype con un mio carissimo amico “conterrone”, mi dice:
“Abbiamo prenotato per le vacanze (anche se ancora solo un volo A/R); andiamo a Parigi dal 10 al 19 agosto; siamo io, Peppino, Raffaele e signore....perchè non ci raggiungete…per un caffè? “
“Bella idea, il clan dei grammichelesi a Parigi?”, rispondo.
“Vorremmo stare due-tre giorni a Parigi e poi spostarci in Normandia”, ribatte.
“Grazie per l’invito, ti farò sapere al più presto”, concludo.
Spesso, tali proposte (quante ce ne facciamo tra amici!) si lasciano cadere nel dimenticatoio e si aspetta che il tempo dia il suo verdetto.
Invece, mia moglie ha accettato di buon grado l’invito e prontamente ha sentenziato:
“Organizziamo!!. Tu pensa al tour, io poi prenoto gli hotels”
Di fronte a tanta baldanza mi sono subito mosso a pianificare il giro oltralpe, partendo da un fatto.
Io sono stato in vacanza in Francia trent’anni fa, insieme ai miei genitori e due zii: tutti in una macchina, un’auto di grossa cilindrata che priva di seggiolini e accessori ora vigenti (e di cui sono un ligio osservatore!!) ci accoglieva molto comodamente. Il tour, allora, comprese la visita dei castelli della Loira, un po’ di giorni a Parigi e una veloce puntata in Normandia. Il tutto in circa quindici giorni.
Di tale vacanza, sebbene fossi piccolo, porto un ricordo vivo, un bagaglio presente i cui aneddoti, a volte, allietano le serate con i miei figli. Ricordo con viva memoria, la gioia e la serenità, tra di noi, in quei giorni, la bellezza di alcuni posti, i colori dei paesaggi attraversati.
Ho, quindi, organizzato il viaggio con la mia famiglia tenendo conto di questa esperienza precedente e delle nostre attuali necessità logistiche.
Il programma del tour ha previsto tre giorni di visite ai castelli della Loira e due giorni a Parigi. Naturalmente, in così poco tempo abbiamo dato priorità alle cose più importanti, visitando i posti che, dalle ricerche e dai giudizi espressi da chi ci ha preceduto sono considerati i più interessanti.
A Parigi abbiamo incontrato i nostri amici siculi.
Trentasei ore che entreranno negli annali della mia vita e di quella, ne sono certa, degli altri, i miei figli per primi.
E’ stata un’esperienza emozionante, vissuta nella semplicità e nella serenità di rapporti di “lungo corso”, di cui tutti abbiamo usufruito.
Il momento del distacco, è stato per i miei piccoli piuttosto drammatico, segno che i due giorni trascorsi hanno segnato per loro una tappa importante.
A dimostrazione di questo, il giorno dopo, sentendo per sms uno dei miei amici, mi ha scritto che sentivano la mancanza della vitalità e dell’entusiasmo dei miei figli.
Ritornando a casa, mi veniva in mente come è nata questa settimana in Francia: doveva essere l’occasione per un caffè in compagnia. Invece è diventata l’opportunità, a livello personale per fare memoria di una vacanza bella accaduta molti anni prima, per vivere una esperienza colma di gioia nel presente, e per la mia famiglia di godere di posti nuovi e di rapporti non scontati.
giovedì 2 settembre 2010
Vacanza in Francia - relazione di Emanuele
Pubblico, di seguito, la relazione scritta da Emanuele, di otto anni, sulla vacanza in Francia, vissuta con la famiglia, ad agosto.
Mi colpisce la spiegazione analitica del viaggio, la capacità di sintesi, la descrizione puntigliosa dei luoghi visitati e il giudizio personale su quanto visto.
“Dal sette al tredici agosto ho trascorso una settimana in Francia con la mia famiglia.
Sabato sette agosto alle ore 9,30 siamo partiti da Solda (BZ), 1850 mslm; abbiamo percorso diverse strade fino al confine svizzero e attraversato numerosi paesi e paesaggi di montagna finchè siamo giunti al passo Vereina, dove ci siamo imbarcati sul treno con l’auto. Attraverso una galleria lunga 19,5 km siamo arrivati all’autostrada Zurigo-Basilea. Alle 12,30 ci siamo fermati all’area di servizio Heidiland, per ristorarci e riposarci un po’. Alle 14.00 siamo ripartiti per Chouchey (Francia) passando per Zurigo, Basilea, Urdorf (Svizzera), Meise (Germania), Molhouse (Francia). Alle 18,00 siamo arrivati alla prima tappa francese: Chouchey un paesino in aperta campagna. Arrivati lì ci siamo sistemati e siamo andati a cena. Poi abbiamo visto una mongolfiera nel cielo blu e dopo averla osservata e giocato nell’area aperta siamo andati a dormire. Domenica otto agosto di buon mattino ci siamo svegliati e dopo un’abbondante colazione a base di caffè, latte, uova sode, prosciutto, formaggio, yogurth, pane, brioches, frutta, thè, cioccolata, succhi, marmellata, miele, zucchero e cornflakes (naturalmente non ho mangiato tutto!) siamo partiti alla volta di Tours per visitare i castelli della Loira. Durante il viaggio ho osservato le nuvole basse che si muovevano velocemente e le vigne. Al pomeriggio siamo andati a visitare il primo castello, Villandry, che mi ha colpito per i suoi immensi parchi e giardini fioriti. Prato inglese, vasche dei cigni, campo da tennis e il castello. Alle 18,30 siamo andati alla Santa Messa nella Cattedrale di Tours, dove ho ammirato lo stile gotico. Finita la Messa abbiamo cenato e poi siamo andati a fare la passeggiata sul ponte sopra la Loira. Lunedì nove agosto al mattino abbiamo visitato il castello di Rigny-Ussè che è quello dove lo scrittore Perrault ha ambientato la favola della Bella addormentata nel bosco. All’interno delle sue sale era ricostruita con dei manichini tutta la storia. Di pomeriggio, siamo andati al castello di Azay le Rideau che aveva intorno il fossato ancora pieno di acqua alimentato dal fiume Idra. Dopo aver visitato questo castello, siamo andati a mangiare una cosa speciale: le gallette, una specie di crepes salata.
Martedì dieci agosto, al mattino presto siamo andati ad Amboise: c’erano tantissime scalinate che portavano al castello. Entrati, abbiamo visitato la cappella dove è stato sepolto Leonardo da Vinci. Ho visto la ricostruzione del planetario, un grandissimo prato e i letti a baldacchino. A metà mattinata ci siamo recati al castello di Chenonceau sul fiume Cher, percorso dai turisti in canoa. Mi ha colpito il salone perché era grande e si affacciava sul fiume, i due immensi parchi con tanti fiori, alberi e fontane e il labirinto che mi sono divertito a percorrere più volte. A metà pomeriggio, siamo andati a visitare il castello di Chaumont sur Loire: all’entrata c’era il ponte levatoio; all’interno ho visitato tante sale piene di quadri e una sala da biliardo con le palline pronte per giocare.
Mercoledì undici agosto siamo partiti per Parigi: lungo il tragitto ci siamo fermati a visitare il castello di Chambord. Aveva due scale elicoidali incrociate con un pozzo luce al centro, centinaia di scalini, tantissime terrazze, ampi saloni, molte torri e una mostra di animali imbalsamati, tra cui un lupo con la bocca aperta e i denti canini in mostra. Infatti, Chambord era la residenza di caccia del re Luigi XIII. Nel viaggio di trasferimento abbiamo visto le mucche al pascolo e immense distese di girasoli. Di pomeriggio siamo arrivati a Parigi: la prima cosa che abbiamo visto dall’autostrada è stata la Torre Eiffel. Abbiamo visitato la cattedrale di Notre Dame dedicata alla Madonna (Nostra Signora): mi ha colpito l’altezza, lo stile gotico, le vetrate colorate, i due rosoni viola, blu e rossi, i bassorilievi, attorno all’altare che rappresentavano tutto il Vangelo. Dopo abbiamo visitato la Saint Chappelle edificata per riporre le reliquie di una spina della Croce di Gesù. Alla sera abbiamo camminato nei quartieri latini dove abbiamo cenato con alcuni amici di papà. Giovedì dodici agosto, prima con la metropolitana e poi con il treno, siamo arrivati alla reggia di Versailles che mi ha colpito per la sua immensità e per il suo sfarzo: enormi saloni, ritratti, pitture, arazzi, statue, arredi, armature, cappelle, fontane, giardini e immensi prati. Di pomeriggio siamo andati a Montmatre (Sacro Cuore di Gesù) con la funicolare. Dopo averla visitata, abbiamo ammirato dall’alto tutto il panorama di Parigi. In serata siamo andati a prendere il battello sulla Senna dove ogni fermata prende il nome di un luogo importante: Musèe d’Orsay, St-Germain-des-Près, Notre Dame, Jardin des Plantes, Hotel de Ville, Louvre, Champ Elysèes, Tour Eiffel; qui ci siamo fermati e siamo scesi dal battello per andarla a vedere. E’ molto alta, e ai suoi quattro angoli salgono gli ascensori. La sera, la torre viene illuminata. C’erano così tante persone in attesa che non siamo potuti salire: in compenso abbiamo assistito al momento in cui l’hanno illuminata. Infine, a Montparmasse, vicino al nostro albergo abbiamo mangiato delle crepes buonissime.
Venerdì tredici agosto alle 10,00 siamo partiti per ritornare in montagna, a Solda. Abbiamo attraversato le seguenti città: in Francia, Drecans, Dijon, Besancon, Montheliard, Colmars, fiumeDoubs, Molhouse. In Germania, il fiume Reno, le città di Efringen, Kirchen, Wellamrhein. In Svizzera, Basilea, Prastatte, Liestal, Brugg, Dietikon, il lago Waleusee, Zurigo, Urdorf, San Bernardino, Chur, Flums, Walenstdt, Sargans, Mels, Landquart, Davos, Klosters, Rublis, passo Vereina, Zernez, Mustair. In Italia, Tubre, Glorenza, Prato allo Stelvio, Gomagoi e poi siamo arrivati a Solda.
E’ stata una settimana bellissima, un’esperienza nuova davvero indimenticabile.
Emanuele”
Lascio a chi legge la relazione, lo stupore di capire come ogni particolare del viaggio è rimasto impresso nella mente di questo bambino.
Mi colpisce la spiegazione analitica del viaggio, la capacità di sintesi, la descrizione puntigliosa dei luoghi visitati e il giudizio personale su quanto visto.
“Dal sette al tredici agosto ho trascorso una settimana in Francia con la mia famiglia.
Sabato sette agosto alle ore 9,30 siamo partiti da Solda (BZ), 1850 mslm; abbiamo percorso diverse strade fino al confine svizzero e attraversato numerosi paesi e paesaggi di montagna finchè siamo giunti al passo Vereina, dove ci siamo imbarcati sul treno con l’auto. Attraverso una galleria lunga 19,5 km siamo arrivati all’autostrada Zurigo-Basilea. Alle 12,30 ci siamo fermati all’area di servizio Heidiland, per ristorarci e riposarci un po’. Alle 14.00 siamo ripartiti per Chouchey (Francia) passando per Zurigo, Basilea, Urdorf (Svizzera), Meise (Germania), Molhouse (Francia). Alle 18,00 siamo arrivati alla prima tappa francese: Chouchey un paesino in aperta campagna. Arrivati lì ci siamo sistemati e siamo andati a cena. Poi abbiamo visto una mongolfiera nel cielo blu e dopo averla osservata e giocato nell’area aperta siamo andati a dormire. Domenica otto agosto di buon mattino ci siamo svegliati e dopo un’abbondante colazione a base di caffè, latte, uova sode, prosciutto, formaggio, yogurth, pane, brioches, frutta, thè, cioccolata, succhi, marmellata, miele, zucchero e cornflakes (naturalmente non ho mangiato tutto!) siamo partiti alla volta di Tours per visitare i castelli della Loira. Durante il viaggio ho osservato le nuvole basse che si muovevano velocemente e le vigne. Al pomeriggio siamo andati a visitare il primo castello, Villandry, che mi ha colpito per i suoi immensi parchi e giardini fioriti. Prato inglese, vasche dei cigni, campo da tennis e il castello. Alle 18,30 siamo andati alla Santa Messa nella Cattedrale di Tours, dove ho ammirato lo stile gotico. Finita la Messa abbiamo cenato e poi siamo andati a fare la passeggiata sul ponte sopra la Loira. Lunedì nove agosto al mattino abbiamo visitato il castello di Rigny-Ussè che è quello dove lo scrittore Perrault ha ambientato la favola della Bella addormentata nel bosco. All’interno delle sue sale era ricostruita con dei manichini tutta la storia. Di pomeriggio, siamo andati al castello di Azay le Rideau che aveva intorno il fossato ancora pieno di acqua alimentato dal fiume Idra. Dopo aver visitato questo castello, siamo andati a mangiare una cosa speciale: le gallette, una specie di crepes salata.
Martedì dieci agosto, al mattino presto siamo andati ad Amboise: c’erano tantissime scalinate che portavano al castello. Entrati, abbiamo visitato la cappella dove è stato sepolto Leonardo da Vinci. Ho visto la ricostruzione del planetario, un grandissimo prato e i letti a baldacchino. A metà mattinata ci siamo recati al castello di Chenonceau sul fiume Cher, percorso dai turisti in canoa. Mi ha colpito il salone perché era grande e si affacciava sul fiume, i due immensi parchi con tanti fiori, alberi e fontane e il labirinto che mi sono divertito a percorrere più volte. A metà pomeriggio, siamo andati a visitare il castello di Chaumont sur Loire: all’entrata c’era il ponte levatoio; all’interno ho visitato tante sale piene di quadri e una sala da biliardo con le palline pronte per giocare.
Mercoledì undici agosto siamo partiti per Parigi: lungo il tragitto ci siamo fermati a visitare il castello di Chambord. Aveva due scale elicoidali incrociate con un pozzo luce al centro, centinaia di scalini, tantissime terrazze, ampi saloni, molte torri e una mostra di animali imbalsamati, tra cui un lupo con la bocca aperta e i denti canini in mostra. Infatti, Chambord era la residenza di caccia del re Luigi XIII. Nel viaggio di trasferimento abbiamo visto le mucche al pascolo e immense distese di girasoli. Di pomeriggio siamo arrivati a Parigi: la prima cosa che abbiamo visto dall’autostrada è stata la Torre Eiffel. Abbiamo visitato la cattedrale di Notre Dame dedicata alla Madonna (Nostra Signora): mi ha colpito l’altezza, lo stile gotico, le vetrate colorate, i due rosoni viola, blu e rossi, i bassorilievi, attorno all’altare che rappresentavano tutto il Vangelo. Dopo abbiamo visitato la Saint Chappelle edificata per riporre le reliquie di una spina della Croce di Gesù. Alla sera abbiamo camminato nei quartieri latini dove abbiamo cenato con alcuni amici di papà. Giovedì dodici agosto, prima con la metropolitana e poi con il treno, siamo arrivati alla reggia di Versailles che mi ha colpito per la sua immensità e per il suo sfarzo: enormi saloni, ritratti, pitture, arazzi, statue, arredi, armature, cappelle, fontane, giardini e immensi prati. Di pomeriggio siamo andati a Montmatre (Sacro Cuore di Gesù) con la funicolare. Dopo averla visitata, abbiamo ammirato dall’alto tutto il panorama di Parigi. In serata siamo andati a prendere il battello sulla Senna dove ogni fermata prende il nome di un luogo importante: Musèe d’Orsay, St-Germain-des-Près, Notre Dame, Jardin des Plantes, Hotel de Ville, Louvre, Champ Elysèes, Tour Eiffel; qui ci siamo fermati e siamo scesi dal battello per andarla a vedere. E’ molto alta, e ai suoi quattro angoli salgono gli ascensori. La sera, la torre viene illuminata. C’erano così tante persone in attesa che non siamo potuti salire: in compenso abbiamo assistito al momento in cui l’hanno illuminata. Infine, a Montparmasse, vicino al nostro albergo abbiamo mangiato delle crepes buonissime.
Venerdì tredici agosto alle 10,00 siamo partiti per ritornare in montagna, a Solda. Abbiamo attraversato le seguenti città: in Francia, Drecans, Dijon, Besancon, Montheliard, Colmars, fiumeDoubs, Molhouse. In Germania, il fiume Reno, le città di Efringen, Kirchen, Wellamrhein. In Svizzera, Basilea, Prastatte, Liestal, Brugg, Dietikon, il lago Waleusee, Zurigo, Urdorf, San Bernardino, Chur, Flums, Walenstdt, Sargans, Mels, Landquart, Davos, Klosters, Rublis, passo Vereina, Zernez, Mustair. In Italia, Tubre, Glorenza, Prato allo Stelvio, Gomagoi e poi siamo arrivati a Solda.
E’ stata una settimana bellissima, un’esperienza nuova davvero indimenticabile.
Emanuele”
Lascio a chi legge la relazione, lo stupore di capire come ogni particolare del viaggio è rimasto impresso nella mente di questo bambino.
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