Siamo partiti il 24 mattina con
destinazione Solda, nostro rifugio in montagna. La data scelta non è
stata casuale: il 23 non era possibile per via di alcuni impegni
professionali, il 25 era previsto l'arrivo della cosiddetta “Tempesta
di Natale”, perturbazione meteo tanto preannunciata dai meteorologi
da suscitare, almeno nella mia famiglia, molta curiosità. Il
trasferimento in montagna si è svolto nella massima tranquillità:
in autostrada poca gente in giro, in montagna le strade erano
perfettamente pulite, la neve ai bordi era alta.
Solda ci ha accolto come sempre nel
suo splendore, luci colorate sui balconi delle case e lungo la via
principale, skibus pieno di turisti in arrivo dai campi di sci o in
procinto di raggiungerli.
La temperatura era di poco sopra lo
zero e il cielo non era particolarmente nuvoloso: ne abbiamo
approfittato per andare al solito ristorante, immergerci subito nei
sapori della cucina locale e rivedere alcuni “amici”.
La S. Messa di Natale, alle 23 è
stata officiata come sempre da padre Joseph, pietra miliare nella
storia del dopoguerra di Solda: cerimonia in duplice lingua, italiana
e tedesca, semplice, efficace ed emozionante animata da un organista
bavarese con voce tenorile, anche lui ormai di casa a Solda nel
periodo natalizio.
Siamo andati a letto speranzosi si
vivere una giornata di Natale all'insegna della spensieratezza e del
bel tempo.
Ci siamo svegliati, invece, immersi
in una nevicata a cielo chiuso come non ne ho mai viste. Nevicava
fitto fitto, con tale intensità che si faticava a vedere gli
alberghi di fronte. L'opera degli spazzaneve veniva vanificata in
poco tempo e per strada, le pochissime auto che circolavano, si
muovevano adagio per evitare di sbandare.
Guardare l'opera degli spazzaneve
era “bastardamente” simpatica: i più grossi pulivano la strada e
gli ingressi degli alberghi buttando la neve, coi cannoni
direzionabili a notevole distanza, magari laddove il piccolo
albergatore o proprietario di casa col suo trattorino-spazzaneve
cercava di pulire il cortile antistante l'abitazione. Sembrava il
gioco del gatto col topo! Tutto svolto nella massima consapevolezza
che così dovesse andare!
Passeggiare per strada era
gradevole, la gente pareva tanto lieta e contenta: tanti turisti
erano italiani, con mia sorpresa, molte famiglie numerose, qualche
coppietta. Parecchi i tedeschi, qualche olandese, diversi gli
sloveni.
La tradizionale slitta trainata da
cavalli attraversava il paese portando in giro i turisti e tanti
bambini eccitatissimi, quasi immuni al freddo.
Nell'arco di poco tempo la neve,
fine fine ma molto fitta aveva raggiunto i trenta centimetri e tutto
il paesaggio, incantevole, era ancora più immerso nella sua
atmosfera ovattata.
Il 26, sciare è stato molto
difficoltoso, per via della spessa coltre di neve non battuta sulle
piste e del vento che la scagliava con forte intensità sul viso,
rendendo ancora più difficoltosa la discesa.
Non c'era alcun sentore che la
nevicata avesse fine.
All'improvviso il buio!! Si fermano
contemporaneamente funivia, skilift e seggiovia: gli operatori della
società di gestione degli impianti cominciano a muoversi come
impazziti, schizzati, a destra e a manca. Chi arriva con attrezzi,
chi con carica batteria, chi con cavi elettrici.......cosa è
successo?
Personalmente l'intoppo è stata la
scusa per togliere gli sci dai piedi e decidere di tornare a casa, al
caldo.
Già sullo skibus si parlava di
blackout che ha isolato la valle dal resto del mondo, qualcuno parla
di Val Venosta, qualcun altro addirittura di oltre metà dell'Alto
Adige. Non si ha idea di quello che sia successo, delle cause e della
dimensione dell'imprevisto.
Sta di fatto che arriviamo a casa e
tutto il residence è al buio, chi si muove con le tascabili, chi con
le lampade frontali, chi con qualche candela. Giusto per allinearmi
alla massa decido di comprare per sicurezza qualche candela, e
siccome i lumini de cimitero erano i più economici ne compro un
paio: togliendoli dall'involucro rosso e mettendoli dentro una
tazza.....non sembrano lumini cimiteriali!!
Provo a mettere in moto il gruppo
elettrogeno, ma senza successo. Ogni volta si avvia, va a regime ma
dopo qualche minuto di ferma. Ripeto l'operazione sei-sette volte,
sempre con lo stesso risultato. Cedo alla stanchezza e rinuncio a
continuare: si prospetta una serata a lume di candela e qualche grado
in meno a casa. Tanto, si mormora in giro, è questione di ore, anzi
a essere precisi, poiché è il 26 dicembre, giorno festivo e nessuno
pare che lavori, neanche gli addetti dell'Enel a pronto intervento si
tratta di pazientare fino all'indomani verso metà giornata.
Per fortuna, dopo qualche minuto
interviene l'elettricista chiamato dal gestore del residence e il
gruppo elettrogeno parte. Almeno per qualche ora la corrente
elettrica è assicurata, rifornimento di gasolio permettendo.
Ma il blackout non ha coinvolto solo
la corrente elettrica e quindi anche la tv, ma anche i ponti
telefonici, così siamo rimasti isolati anche telefonicamente.
Idillio! Come fossimo fuori dal
mondo! Chissenefrega se i telefoni nn vanno e alcuno ci può cercare!
Tanto domani si ritornerà alla
normalità.
L'indomani il cielo si presenta
terso come non si vedeva da tempo, tutto è cambiato nell'arco di una
notte, stellata ma fredda. Guardare le stelle mentre stavo a letto
era una cosa stupenda. La luna rischiarava le tenebre e permetteva
nel buio più totale, dovuto alla mancanza di luci accese, di potere
vedere la valle in tutta la sua profondità. Non sono un conoscitore
del cielo stellato, semmai un ammiratore e un contemplatore della
volta celeste, ma quella notte le stelle “parlavano” più delle
altre notti.
La giornata del 27 trascorre calda e
assolata, con la sola funivia funzionante, quella che porta agli
impianti sciistici in quota. Gli altri impianti sono fermi per via
della mancanza di energia elettrica e perchè i generatori
alternativi non avrebbero garantito un funzionamento regolare per
tutta la giornata. Presso la funivia regna il caos: la fila alla
cassa è lunga, altrettanto nella stazione a monte dell'unica
seggiovia funzionante al Madriccio e lo stesso dicasi al ritorno alla
funivia. Se la stessa fila si fosse presentata a un ufficio postale
in un giorno feriale o in qualche stazione ferroviaria ci sarebbe
scappata, come minimo, la rissa. E invece, sarà stata l'atmosfera
natalizia, forse la consapevolezza che quanto offerto da Solda in
questi giorni è il massimo nella situazione in cui ci si trova,
tutto scorre tranquillamente e regna la serenità e l'ilarità tra i
turisti. Un gruppo di tedeschi, con molti bambini a seguito sono
davvero contagiosi: scherzano e ridono da coinvolgere tanti dentro la
cabina. Solo qualcuno, italiano, è adombrato e ne ha per tutti, dal
governo che non fa niente, agli albergatori che potevano immaginare
(che cosa??), all'Enel società di parassiti, ai centri di
accoglienza per gli extracomunitari che assorbono energia dalla rete
nazionale togliendola a chi ne ha diritto (intendeva chi paga le
tasse!).
Tutto e tutti, comunque, si
sforzavano di trasmettere normalità!
Con chiunque parlassi, dagli addetti
degli impianti a qualche albergatore, la situazione era sotto
controllo, questione di qualche ora. Peccato ne siano passate quasi
36. Non contento delle risposte ricevute, decido di rivolgermi a due
“amici” del paese: il pasticcere e il salumiere, due con cui sono
riuscito a instaurare in questi anni un rapporto semplice ma di
fiducia, in un paese che, comunque, ti guarda e ti tratta sempre come
un ospite sebbene siano 15 anni che ci passo giorni lieti e di riposo
sia in estate che in inverno....e quando eravamo senza figli, anche
spesso in primavera e in autunno!!!
Sembra che la neve caduta il 25 sia
stata troppo abbondante per qualche albero che sotto il peso non ha
retto e ha ceduto guarda caso proprio in prossimità dei cavi
dell'alta tensione tranciando un tratto di qualche centinaio di metri
e abbattendo anche qualche vecchio palo elettrificato.
Sta di fatto che il danno è più
grosso del previsto, che stanno lavorando giorno e notte per
ripristinare la corrente elettrica ma che ad oggi non è dato sapere
quanto tempo occorra per rientrare nella normalità.
La normalità ritorna solo dopo 48
ore, quando in molti erano sfiduciati e qualche albergatore
tremendamente incazzato, per via di pochissime disdette improvvise.
Come nel film di Bud Spencer “Un extraterrestre..poco extra e molto
terrestre”, quando il bimbo accende improvvisamente tutte le luci e
le attrazioni del luna park, così Solda si è rimessa in moto con i
suoi impianti di risalita, i suoi servizi, i suoi negozi senza
l'ausilio dei gruppi elettrogeni.
E' stato alquanto fastidioso
risentire i trilli del telefonino, per la serie si stava meglio
quando si stava peggio, ma se non altro è stato possibile accedere a
internet e verificare cosa i media hanno detto sull'accaduto, ammesso
che fosse vero che buona parte dell'Alto Adige era isolato dal mondo.
Scopro, con mia grande sorpresa, un po' di amarezza ma anche ironia
che i tg hanno dato dato la notizia che Cortina è rimasta senza
corrente elettrica per via di un blackout. Cortina? Anche Cortina?
Anzi, sembra solo Cortina!! Forse perchè frequentata da VIP è degna
di notizia mentre tutto il resto non è importante? Il mondo dei tg
guarda sembra dal buco della serratura!!!
Ma meno male, mi son detto, perchè
chiunque m'ha cercato in quei giorni, senza trovarmi, ha pensato solo
che ho staccato il telefono......!!