Uscito di casa, do uno sguardo al rifugio Payer: è lì a 3020 m di quota che mi aspetta, alla destra dell’Ortles, che coi suoi 3950 m di quota è la vetta più alta delle Alpi Orientali.
Attraverso il piccolo paese di Solda, mi fermo un istante davanti la Chiesa per affidare la giornata che mi aspetta a Chi di dovere
riempio la borraccia alla fontana, quindi mi avvio per il sentiero n°4.
La giornata è stupenda, cielo terso e temperatura fresca. Le mie condizioni psico-fisiche sono buone, anche se ho avuto solo un giorno di tempo per adattarmi all’altitudine. Attacco il sentiero con il solito metodo: passo regolare e costante anche se un poco sostenuto.
Mi accompagna il silenzio mattutino del bosco che pian piano cede il posto al risveglio della natura.
Attraversata la zona boschiva affronto il lungo ghiaione che mi porta al rifugio Tabaretta (2556 m). L’ultimo strappo prima del rifugio è molto irto, micidiale per le gambe. Ma è utile a capire se si è in grado di affrontare il secondo tratto del cammino, verso il rifugio Payer.
Al Tabaretta
breve sosta, un sorso d’acqua, un pezzo di cioccolata, qualche foto, uno sguardo al Payer, quindi subito in cammino.
Riprendo il sentiero n°4, che snodandosi in salita lungo il ghiaione mi porta fino alla cresta per continuare quindi sull’altro versante: se fino a poco prima avevo alla mia destra la valle di Solda, di fronte, in lontananza, il passo Resia e alla mia sinistra la parete nord dell’Ortles, adesso ho alla mia destra la valle di Trafoi con il passo dello Stelvio in lontananza, e di fronte a me l’Ortles.
a strapiombo su Trafoi, e alcuni tratti possono essere affrontati con l’ausilio delle corde poste a sicurezza del sentiero. Il silenzio della natura lascia il posto al rombo delle auto e delle moto che salgono sullo Stelvio, che seppure lontane, per effetto dell’eco sembrano passare a pochi metri da me.
Il tratto finale è davvero faticoso: il sentiero si inerpica sulle rocce e il rifugio che vedo lì a poca distanza sembra inarrivabile.
Trovo la forza nel desiderio di arrivare, sostenuto dalle gambe che non mostrano segni di cedimento.
Con netto anticipo rispetto alle tabelle del CAI per la terza volta in pochi anni raggiungo il rifugio Payer. Lo spettacolo è incantevole, anche un cinico rimarrebbe affascinato dalla bellezza della natura che ha di fronte. Sotto di me c’è la valle di Solda (1875 m), di fronte c’è la Croda di Cengles (3375 m) e l’Angelo Grande (3521 m), leggermente a destra si vede il Cevedale (3769 m) e la Cima Solda (3376 m), alla mia sinistra, in lontananza, si intravede il lago Resia al confine con l’Austria, alle mie spalle c’è il passo dello Stelvio (2825 m). Alla mia destra, immenso e stupendo, si erge l’Ortles (3905 m).
Con netto anticipo rispetto alle tabelle del CAI per la terza volta in pochi anni raggiungo il rifugio Payer. Lo spettacolo è incantevole, anche un cinico rimarrebbe affascinato dalla bellezza della natura che ha di fronte. Sotto di me c’è la valle di Solda (1875 m), di fronte c’è la Croda di Cengles (3375 m) e l’Angelo Grande (3521 m), leggermente a destra si vede il Cevedale (3769 m) e la Cima Solda (3376 m), alla mia sinistra, in lontananza, si intravede il lago Resia al confine con l’Austria, alle mie spalle c’è il passo dello Stelvio (2825 m). Alla mia destra, immenso e stupendo, si erge l’Ortles (3905 m).
Giunto al rifugio mi godo il meritato riposo, mentre arrivano alcuni alpinisti che qualche ora prima hanno raggiunto, in cordata, la cima dell’Ortles. Erano più che contenti, perché le favorevoli condizioni meteo hanno permesso loro di potere raggiungere la vetta senza particolari problemi concedendo anche la possibilità di foto meravigliose. Dopo un’ora circa decido di scendere: giunto al Tabaretta, che nel frattempo era pieno di gitanti, essendo in anticipo rispetto alla tabella di marcia decido di allungare il percorso raggiungendo la stazione di monte della seggiovia dell’Orso.
Da qui, ancora a piedi ritorno in paese.
Sintesi della giornata:
1) la salita al rifugio Payer è stata faticosa ma tranquilla, anche grazie alle eccezionali condizioni meteo.
2) Il paesaggio è stato di una bellezza indescrivibile. Bisognava esserci per capire!!!
3) Le gambe hanno retto bene, anche se la sera mi sono mosso come a rallentatore.
4) Al rifugio Payer ho gustato un ottimo Apfelstrudel e tra andata e ritorno ho bevuto oltre un litro di radler (birra più limonata) e quasi due litri di acqua.
Insomma, ne è valsa la pena, anzi, l’escursione ha rinverdito il mio desiderio di raggiungere l’Ortles entro i prossimi due anni.
Sintesi della giornata:
1) la salita al rifugio Payer è stata faticosa ma tranquilla, anche grazie alle eccezionali condizioni meteo.
2) Il paesaggio è stato di una bellezza indescrivibile. Bisognava esserci per capire!!!
3) Le gambe hanno retto bene, anche se la sera mi sono mosso come a rallentatore.
4) Al rifugio Payer ho gustato un ottimo Apfelstrudel e tra andata e ritorno ho bevuto oltre un litro di radler (birra più limonata) e quasi due litri di acqua.
Insomma, ne è valsa la pena, anzi, l’escursione ha rinverdito il mio desiderio di raggiungere l’Ortles entro i prossimi due anni.
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