IN UN BATTER DI CIGLIA
di Malcolm Gladwell
“ Siamo abituati a concepire il pensiero come un processo con modalità e regole ben precise. E ci è stato insegnato che, prima di operare una scelta o di formulare un giudizio, è preferibile raccogliere e vagliare con cura il maggior numero di informazioni. Esiste però un'altra forma di conoscenza, tanto trascurata dalla teoria quanto universalmente praticata nella vita di tutti i giorni: quella prima, fugace idea che ci facciamo di qualcuno o di qualcosa e che ci spinge a dire, in un batter di ciglia, se possiamo fidarci della persona appena incontrata, o se un ambiente che non conosciamo è più o meno pericoloso. Tale attività di cognizione rapida che si svolge dietro la porta chiusa dell’inconscio e che si rivela spesso un indispensabile strumento di interpretazione della realtà, soprattutto nei momenti di emergenza, ha però un lato oscuro. La fretta e i pregiudizi, infatti, possono indurre uno stato di improvviso accecamento che fa associare, per esempio, l’altezza alla capacità manageriale o il colore della pelle alla criminalità”
Il libro di Malcolm Gladwell si legge con molta facilità, perché traduce in linguaggio quotidiano i dati provenienti dalle scoperte scientifiche mediante l’uso di aneddoti e personaggi singolari.
Io, per esempio, sono stato catturato da questo libro, perché ha come sviscerato due aspetti con cui convivo quotidianamente: la necessità di avere quante più informazioni possibili per arrivare a una conclusione, così come la capacità di affidarmi all’intuizione e alle emozioni quali strumento di conoscenza.
E’ un libro appassionante che vale la pena leggere.
L’ULTIMA LEZIONE: LA VITA SPIEGATA DA UN UOMO CHE MUORE
di Randy Pausch e Jeffrey Zaslow
Mi sono imbattuto nella storia del dott. Randy Pausch (23/10/1960 – 25/07/2008) in maniera del tutto casuale: un giorno di febbraio del 2008 guardando il TG1 vedo il servizio riguardante l’”ultima lezione” che Pausch tenne davanti a centinaia di persone alla Carnegie Mellon University.
Mentre il cronista spiegava chi era Randy Pausch e quale fosse la malattia che lo aveva colpito, rimasi sbalordito dalle immagini: un “condannato a morte” che ride, scherza e fa le flessioni in aula.
“Come fa a ridere nonostante quello di cui è malato?” mi sono domandato.
“Anziché lasciare un testamento e compatirsi, costui parla della gioia di vivere……come è possibile?”
Mosso da questi interrogativi, ho prima visto il video su Internet, quindi sono corso in libreria ad acquistare il libro.
http://www.youtube.com/watch?v=ji5_MqicxSo
Riporto alcune righe scritte sulla copertina:
“Nell’agosto del 2007 il professore Randy Pausch scopre che il cancro contro il quale combatte lo condanna senza speranza. Sceglie di abbandonare l’università per stare vicino alla famiglia: la moglie Jai e i loro bambini, Dylan, Logan e Chloe, di 5,2,1 anno.
Ma prima, il 18 settembre, tiene davanti a 400 studenti e colleghi la sua ultima lezione, intitolata Realizzare davvero i sogni dell’infanzia e pensata come una sorta di lascito per i suoi figli….. E mentre racconta il destino di quei sogni (e l’importanza di avere dei sogni) il suo discorso diventa la testimonianza più toccante e profonda di una vita resa straordinaria dall’intensità con la quale è vissuta…..”
Dice ancora il dott. Pausch:
“ Non so come si fa a non divertirsi. Sto per morire e mi diverto. E ho intenzione di continuare a divertirmi per ogni singolo giorno che mi resta. Perché non c’è altro modo di vivere”.E’ un libro che vale davvero la pena di leggere, perché è un inno alla vita, capace di offrire adeguati spunti sulle ragioni per cui vale la pena vivere la vita in qualunque condizione.
L’ANNUNCIO A MARIA
di Paul Claudel
E’ un libro stupendo che tratta dell’amore in un modo che difficilmente ho avuto modo di apprezzare in altri libri.
L’amore, il sacrificio, il miracolo, sono i grandi temi che questo testo teatrale affronta attraverso le figure di Violaine, la ragazza bella e felice, Pietro di Craon, il genio costruttore, Anna Vercors, il padre saggio. Un vero capolavoro di Paul Claudel.
Riporto solo due passaggi che mi hanno particolarmente colpito:
“…Santità non è farsi lapidare in terra di Paganìa o baciare un lebbroso sulla bocca, ma fare la volontà di Dio, con prontezza, si tratti di restare al nostro posto, o di salire più alto…”
“…Forse che fine della vita è vivere? Forse che i figli di Dio resteranno con fermi piedi su questa miserabile terra? Non vivere, ma morire, e non digrossar la croce ma salirvi, e dare in letizia ciò che abbiamo. Qui sta la gioia, la libertà, la grazia, la giovinezza eterna!......Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data? E perché tormentarsi quando è così semplice obbedire?....”