domenica 24 maggio 2020

Breve ciclo di Formazione al tempo del Coronavirus


L’idea di un percorso di formazione è nata da un confronto avuto con qualche collega: guardando cosa accade attorno a noi, come si muovono tante aziende, quanto fermento ci sia in rete riguardo l’organizzazione di webinar e meeting, la necessità di usare i social quale canale di comunicazione e promozione, abbiamo deciso di allinearci a questa tendenza e organizzare una serie di incontri con le persone con cui solitamente discutiamo singolarmente per telefono, o ci incontriamo durante una trasferta presso i clienti, o in occasione di qualche fiera o meeting aziendale.
Organizzare una riunione vendite di solito comporta un grosso lavoro organizzativo che va budgettato e che operativamente implica qualche mese di lavoro: trovare la location, preparare le presentazioni e gli interventi, stampare la documentazione, inventarsi dei gadget, sostenere dei costi per trasferimenti, hotel, momenti ludici, essere sempre a disposizione per un evento che solitamente dura un paio di giorni.
Con i webinar, invece, i nostri incontri si sono tradotti in un momento collegiale della durata di 1h massimo.
Il ciclo di incontri, in questo primo step rivolto alla nostra rete di vendita, ma con l’obiettivo di coinvolgere prossimamente anche i clienti, ha avuto come spunto la presentazione dei punti di forza e di debolezza della nostra gamma di prodotti, ampia e in continua evoluzione, alla luce dei risultati ottenuti negli ultimi anni e un confronto sui possibili scenari che si presenteranno in futuro vista la completa incertezza del momento.
Ciò che mi ha spinto a coinvolgermi in prima persona sono stati tre spunti colti da un webinar a cui ho partecipato qualche mese fa: 1) pensare a come posso servire meglio le persone che guido; 2) aiutare le persone con cui lavoro a scoprire i loro autentici obiettivi; 3) incoraggiare le persone a riflettere sull’opportunità di rielaborare il proprio modo di lavorare.
Sono convinto che questo periodo di covid-19 sia professionalmente e umanamente un’opportunità, ma uno deve scegliere di mettersi in gioco e tentare di coglierla: perché possiamo decidere di attraversare le circostanze, tappandoci il naso e chiudendoci gli occhi, nella speranza che quanto prima si torni alla normalità cui eravamo abituati, oppure possiamo partire da un’ipotesi positiva e avventurarci come Ulisse oltre le colonne d’Ercole. Personalmente scelgo la seconda posizione.
I risultati sono stati superiori alle aspettative, perché abbiamo potuto confrontarci su aspetti che nella routine della quotidianità si danno per scontati, ma ognuno ha potuto condividere la propria esperienza lavorativa, mettere a nudo le proprie incertezze, i propri dubbi, e soprattutto testimoniare come sta vivendo in questo periodo. Mi è parso evidente come il fattore umano, messo in moto, sia davvero la discriminante che può dare un volto nuovo a una circostanza difficile (se non impossibile) da affrontare da soli.
Ritengo che la new normality sarà diversa dalla old, e che nella nuova scala di priorità le persone, i loro valori, desideri, idee, limiti, devono essere collocati al primo posto.

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