giovedì 28 marzo 2013

¿Qué significa ser una persona ética?

Leggendo alcuni articoli riportati su un sito Internet spagnolo, Capital Humano.es, questo che riporto mi ha colpito particolarmente, perché affronta in maniera interessante il tema dell'etica. Ritengo sia uno scritto con cui vale la pena confrontarsi e capire cosa è per ognuno l'etica, cosa voglia dire essere etico e cosa c'entra l'etica con la morale.

¿Qué significa ser una persona ética?

Por Enrique Campomanes Calleja (experto en Talento Etico)

Una de las principales causas de confusión sobre el verdadero significado y utilidad de la ética es complicarla con un conjunto de normas o criterios generales. La ética no es la moral, ni la legalidad, ni las costumbres, ni las modas. No es la deontología profesional, ni los códigos de empresa, ni los códigos de conducta.
Todos son referentes, son normas más o menos influyentes en cada persona pero, al final, cada uno decide de forma voluntaria y en libertad, su selección y ponderación de referentes –sus principios– para dirigirse a sus metas personales.
Por eso la primera distinción que debemos plantear está entre ética y moral. La moral es el conjunto de normas para vivir en sociedad, algunas prohibitivas y penadas como la ley, otras trascendentes como la religión, otras emocionales como las que establecemos con familia y amigos. Y la ética es el conjunto de principios que nos dotamos para construir el plan de vida y actuar en consecuencia. Son los valores.
Nuestros actos están llenos de intenciones, expectativas, motivos y deseos que nos dirigen hacia distintas direcciones, muchas veces contradictorias. La ética es la encargada de cohesionar esas corrientes de influencia para que tengan un sentido reflejo de nuestro carácter, de acuerdo con nuestros fines. Nos da la dirección de nuestros actos para señalar que podemos ser dueños de nuestros comportamientos y no una mera reacción automática a los acontecimientos.
La ética selecciona y potencia algunos valores que constituyen su eje principal de actuación, los denominamos "principios" y son acompañados de forma jerárquica por otros valores que complementan y cohesionan nuestra conducta. Así se va construyendo un mecanismo eficaz de comportamiento que responda a los fines últimos de las personas, definidos en términos de "dar sentido a la vida".
En consecuencia, la ética nos ayuda a definir nuestros fines y objetivos para encontrar un sentido a nuestra forma de actuar. Todo ello para encontrar mayor satisfacción, alegría y en último término, felicidad. La ética busca influir en las acciones humanas de forma global. Pero no es algo que se aprenda estudiando, sino haciendo. Cada acto, cada experiencia, cada decisión va influyendo en ella. Por eso ,"lo que haces, te hace". Por eso, como decía Aristóteles: "nuestro carácter es el resultado de nuestra conducta".
Para entender el alcance de la ética hay que preguntarse qué significa ser ético. Una cosa es tener una ética y otra distinta es tener una buena ética. En mis cursos de ética y deontología profesional pido que levanten la mano las personas que no sean éticos. Después de sesenta cursos nadie ha levantado la mano. Porque realmente todos tenemos una ética, aunque a veces no cuidemos, no potenciemos y no utilicemos. Por eso la pregunta debe ser sustituida:"¿qué nivel de ética tienes y utilizas?"
Para ser éticos no es suficiente tener una ética, sino que ésta sea eficiente y actuemos conforme a ella, además de ocuparse de que esté actualizada, sentida y conocida. Ser una persona ética significa realizar comportamientos éticos y, en consecuencia, actuar conscientemente con integridad.
Para enfrentarnos a la vida disponemos de dos tipos de recursos: la inteligencia y los valores. La primera nos permite construir soluciones a los problemas , los segundos nos señalan cuál de ellas es la más eficiente. La primera se agrupa en el talento, la segunda en la ética.
Si difícil y exigente es tener una ética personal más complicado es tener una ética profesional que necesita los valores personales y los profesionales y que, de igual manera que el nuevo empleado necesita una formación específica para ser un productivo en el trabajo, también necesita ayuda para incorporar los valores de la organización.
Y aunque de manera timorata las empresas se van dando cuenta de que el análisis meramente económico de los resultados no garantizan la continuidad de la empresa y que es necesario ampliar el foco de la cantidad a la calidad, incorporando otros valores como los sociales y los éticos que permitan obtener resultados más valiosos, obtenidos por profesionales más valiosos.
Porque los profesionales necesitan tener inteligencia para desarrollar valores económicos y sociales que nos permiten analizar muchas soluciones, pero también necesitan tener conciencia y coherencia para desarrollar valores éticos que nos permita escoger la mejor solución que aporte mayor confianza y seguridad a los clientes.


mercoledì 20 marzo 2013

Film sul K2

Ieri sera ho visto, su RAI1, la seconda e ultima puntata del film sul K2, la montagna del gruppo del Karakorum conquistata per la prima volta dagli italiani nel 1954.
Mi aspettavo molto dal film, vista la promozione dei giorni passati e soprattutto alla luce della vicenda K2 che per 50 anni ha visto contrapporsi la relazione ufficiale di Ardito Desio con quella suffragata da testimonianze e prove di Walter Bonatti, che solo nel 2004 ha avuto pieno riconoscimento delle sue tesi e ha fatto finalmente luce sugli ultimi due giorni prima della conquista del K2.
Se non fosse stato per i titoli di coda, in cui gli autori hanno scritto che si attenevano scrupolosamente alle relazioni di Bonatti e che solo per alcune vicende legate alla vita personale dei singoli protagonisti si erano presi la libertà di inventare, beh, avrei detto che il film è stato realizzato lavorando molto sulla fantasia.
A mio modo di vedere gli autori hanno sì letto le relazioni ma giusto per scriverlo nei titoli finali. Quindi è un aggravante.

Il film mi è sembrato molto debole sia sul piano dei contenuti legati ai rapporti personali tra i protagonisti sia per quanto riguarda la difficoltà alpinistica che Compagnoni & co. hanno dovuto affrontare per arrivare sulla vetta degli 8611 m.
Forse, l'unico personaggio a cui si sono ispirati fedelmente è stato Ardito Desio, uomo di scienza, responsabile del CNR, senza dubbio leader, assetato di potere e di gloria, spietato nel fare fuori coloro che potevano oscurare la sua stella (vd. Il caso Cassin), e privo di scrupoli nell'imporre fino alla morte la sua versione dei fatti sulla conquista della vetta.
Concepiva la spedizione sul K2 come la “sua” impresa (anche se lui le montagne le ha sempre viste col binocolo!!) e pertanto suo era il diritto di raccontare l'evolversi della conquista.
Spedizione che è stata un successo e che ha avuto i suoi riscontri positivi sul piano economico e umano in Italia. Avere conquistato una vetta ardua, la seconda più alta al mondo, difficile, impossibile fino ad allora anche agli americani, che avevano tentato l'anno prima, era un impulso alla possibilità di superare con successo le difficoltà del dopoguerra, e quindi, la speranza di un futuro migliore.
Ma come dicevo prima, il film è stato superficiale sul piano della descrizione dei protagonisti e dell'impresa alpinistica.
La figura di Bonatti è stata sminuita nella sua grandiosità alpinistica e bellezza umana, resa simile a quella di un guascone, un'incorreggibile giocherellone e sbruffone, un “bauscia” si direbbe a Milano. Invece, Bonatti, era sì il più giovane della comitiva, aveva solo 24 anni, ma era il più forte del gruppo e senza dubbio quello con maggiore vitalità ed energia. Anche se molto giovane, già allora, aveva tanta esperienza alpinistica e soprattutto aveva una senso di responsabilità e del dovere che ad altri, nella spedizione, è mancato. Se non fosse stato per lui, che nella giornata del 30 luglio 1954, partendo dal campo 8, portava le bombole di ossigeno al punto prestabilito per il campo 9, andandole a recuperare nei pressi del campo 7, Lacedelli e Compagnoni non sarebbero mai arrivati in cima. Se lui, anziché attenersi agli ordini imposti e lasciare ai compagni le bombole (perchè erano loro i prescelti per arrivare in cima), ne avesse fatto uso durante la notte per rifarsi della fatica affrontata, l'indomani mattina avrebbe potuto tentare l'assalto alla vetta.
La scelta di Compagnoni e Lacedelli, di spostare il campo 9 dal punto concordato con Bonatti di 100m più in su, era stata voluta perchè“il gatto e la volpe” avevano pattuito di tentare insieme l'assalto alla vetta e non permettere a Bonatti di provarci. Sia Lacedelli che Compagnoni erano delle prime donne, egocentrici e assetati di protagonismo, che si sono dimostrati vigliacchi e potenzialmente dei killer, e la storia ne ha dato atto già a partire dall'arrivo al campo base. I due non si sono mai sottratti alle telecamere, alle interviste, non hanno mai menzionato l'impresa di gruppo se non come necessaria per permettere a loro due (Compagnoni & Lacedelli) il raggiungimento della vetta.
Hanno raccontato sempre la loro versione, coincidente con quella di Desio, fino alla morte, nonostante negli ultimi anni della loro vita, i fatti, le testimonianze e le sentenze dei tribunali cominciassero a dare ragione alla versione di Bonatti.
La loro unica sfortuna è stata che Bonatti è sopravvissuto alla notte, trascorsa con l'alpinista pakistano Mahdi, all'addiaccio a 8000 m. Se fosse morto sarebbe stato tutto più facile. Un incidente, drammatico, in montagna, come ne accadono tanti purtroppo. Magari Bonatti sarebbe diventato un eroe da commemorare, ma intanto la storia l'avrebbero scritta il trio Compagnoni-Lacedelli-Desio per sempre.
E invece, il 2004 è stato l'anno che ha segnato una svolta nella vicenda, essendo stato appurato e confermato ufficialmente che la versione di Bonatti su quanto accaduto gli ultimi due giorni prima di toccare la vetta fosse la verità.
Nel film, Lacedelli viene descritto come un camerata di Bonatti, che si crea uno scrupolo di coscienza per aver lasciato il compagno al freddo e al gelo degli 8000m mentre non è chiaro perchè Compagnoni abbia deciso di spostare il punto del campo 9. Dal film non si capisce, invece, era chiaro il perchè.
I rapporti tra i tre, nel film, sono stati falsati, perchè in realtà c'era molto antagonismo tra gli alpinisti per imprese compiute in passato. C'era molta tensione e ognuno, giustamente, puntava a raggiungere la vetta.

Un'altra debolezza l'ho colta dal punto di vista alpinistico e scenografico: sembrava la conquista del monte Stella (a Milano). Salvo due scene filmate su un pendio ripido, l'ascensione al K2 è parsa un alternarsi tra arrampicata su roccette e lunghe camminate su ghiaccio. Gli alpinisti, a 7000-8000m si muovevano con una rapidità e semplicità poco realistica. La scena in cui Abraham rinuncia a portare le bombole al campo 9 perchè stremato, era molto simile a quella a cui assisto qualche volta coi miei figli quando non vogliono andare a scuola. “Oggi non mi sento” e pum, si buttano di nuovo sul letto.
Il film è mancato di sano realismo. Non c'è stata scena in cui si potesse cogliere la fatica, la difficoltà, a volte lo scoramento, che hanno dovuto subire ma tutto è stato affrontato in maniera ovattata. Il K2 è, invece, insieme al Nanga Parbat per esempio, la montagna tecnicamente più difficile da affrontare. Nel film nulla di tutto questo.

Peccato, pensavo a un film di maggiore spessore. Nulla da dire, invece sull'interpretazione dei singoli attori.
Sicuramente gli autori si sono rifatti alle relazioni di Bonatti per rappresentare gli ultimi due giorni, ma il modo con cui hanno raccontato quelle ore cruciali e l'impresa in generale è stata piuttosto elementare.
I libri scritti da Bonatti sulla vicenda K2 sono sicuramente più interessanti e aiutano molto di più a rappresentare quei momenti vissuti a oltre 8000m.





venerdì 8 marzo 2013

Sei catanese se...

Un documento "eccezionale" giratomi da amici!!
Dedicato a tutti i miei concittadini che, come me, hanno dovuto lasciare per vari motivi la nostra amata città.

SEI CATANESE SE...
- SEI CATANESE SE conosci l'utilizzo della parola: AVAJA
- SEI CATANESE SE sai cosa si intende con l'espressione: FARE LA VALLE
- SEI CATANESE SE vai a mangiare carne di cavallo nelle macellerie di Via Plebiscito
- SEI CATANESE SE non vai ai Mercati prima delle due di notte
- SEI CATANESE SE aspetti Orazio per una granita fino alle 3 di notte ad Acitrezza
- SEI CATANESE SE cominci le tue frasi con l'intercalare: 'MBAREE
- SEI CATANESE SE d'estate fai colazione e pranzo solo con granita&brioche
- SEI CATANESE SE sai cosa significa chiedere al barista un bicchiere d'acqua META'&META'
- SEI CATANESE SE preferisci Jonathan al Mac Donald
- SEI CATANESE SE se hai mangiato pesante senti la necessità del TAMARINDO col BICARBONATO
- SEI CATANESE SE sai cos'è il quartiere
- SEI CATANESE SE sei andato almeno una volta a mangiare da Don Pippo
- SEI CATANESE SE ti sei chiesto:ma chi ***** è quello che incontri sempre al caffè Europa, quello con la panza che si fa tutte le serate?
- SEI CATANESE SE ti lamenti che a Catania non c'è mai un ***** da fare però quando sei in un'altra città racconti di come a Catania ci sono un sacco di locali e un sacco di gente in giro la sera.
- SEI CATANESE SE passi le notti delle vacanze di natale a dire solo: CISTA CISTA, FILETTO, DEVO SUBIRE, TAVOLO, PERSONALE, CHIAMO BANCO, LA FOTOCOPIA, I CONNA CI SU
- SEI CATANESE SE per la scampagnata di pasquetta si compra un quantitativo di carne che sfamerebbe per un mese una comunità di un villagio africano qualsiasi
- SEI CATANESE SE non ti fai mai i cazzi tuoi
- SEI CATANESE SE raramente metti il casco
- SEI CATANESE SE sai chi è IL CORNUTO
- SEI CATANESE SE ti ricordi com'era prima il Bar Castello
- SEI CATANESE SE ti andavi a comprare le scarpe da ginnastica da Zaccà e morivi dalle risate quando ti accorgevi delle copertine dei dischi con la foto del Cav. Zaccà
- SEI CATANESE SE sai che i MAMMORIANI prima li chiamavi ZAURDI (ZAUDDI!)
- SEI CATANESE SE inveisci con foga verso quelli della SO-STARE
- SEI CATANESE SE ti sei fatto truccare la vespa
- SEI CATANESE SE sai cosa sono le PANTE
- SEI CATANESE SE ogni giorno, anche nei più cupi, hai i 5 minuti di FASSA
- SEI CATANESE SE sai qual è l'unità di misura di VIA OTTANTA PALMI
- SEI CATANESE SE hai un pizzico di nostalgia del vecchio aeroporto
- SEI CATANESE SE chiedi un favore cominciando con NON TI SECCARE...
- SEI CATANESE SE utilizzi la parola SPACCHIO per indicare qualunque cosa
- SEI CATANESE SE non ti arricampi a casa sei non hai mangiato un cornetto da aiello, bar castello, scardaci, via napoli, etoile o cafè dusmet.
- SEI CATANESE SE se vuoi fare un complimento esclami: SEI UN PAAAAAAAAZZO.
- SEI CATANESE SE incontri un tuo amico e gli chiedi: ''MBARE COMU SEMU CUMMINATI' e lui risponde: ' A 3 TUBI, IE L'ACQUA NUN PASSA'
SEI CATANESE SE le manate non le dai ma le infili postilla_a quattru a quattru , finu a quannu n'addiventanu spari...
- SEI CATANESE SE non sei maleducato ma VASTASO.
- SEI CATANESE SE sai chi sono Turi Sghey e naucci sei più Musumeci e naucci reci.
- SEI CATANESE SE chiami LONGAMMATULA una persona alta
- SEI CATANESE SE un fusto è un BEDDUVALENTI
- SEI CATANESE SE sai quando usare i titoli di: MASTRO, CAPO & MISTER
- SEI CATANESE SE sai dove andare se hai un appuntamento al 2000
- SEI CATANESE SE t'azzitasti...
- SEI CATANESE SE dopo un taglio di capelli temi la COZZATA!
- SEI CATANESE SE un nerd è un PERI I POCCU
- SEI CATANESE SE sai come fare l'espressione MATELICA
- SEI CATANESE SE se si è in tanti SEMU QUANTU A GIMMANIA
- SEI CATANESE SE il freddo è PARIGGIO
- SEI CATANESE SE il duello beatles-rolling stones è nullo al confronto di JAFFIEDDU-BRIGANTONY
- SEI CATANESE SE i ragazzi su CARUSI o CHISTIANI
- SEI CATANESE SE riconosci come FIGURA PUBBLICA UFFICIALE il posteggiatore abusivo
- SEI CATANESE SE sai cosa fare se mentre posteggi il posteggiatore ti urla:_ A RIVESSA, TUTTU O FUNNU, IEMU AVANTI-IEMU ARERI, SCINGILA BBONA, APPOSTO.
- SEI CATANESE SE .........I MANU 'NDA FACCI SULU U VAVVERI.
- SEI CATANESE SE lasci la mancia dal barbiere e chi la prende urla SERVIZIOOO!
- SEI CATANESE SE l'acqua è fredda come il TORRONE
- SEI CATANESE SE ...Coccobello alla Plaja o a San Giovanni Li Cuti
- SEI CATANESE SE mangi AI CESSI
- SEI CATANESE SE sai quando usare l'epiteto: PAGGHIOLU!
- SEI CATANESE SEAlla fine te ne fotti e questa città ti piace un po' così com'è, con gli zaurdi il sole, il mare, la lava, il vulcano, la spiaggia, la scogliera, il lungomare, la granita, piazza Duomo, i locali, buddellu fino alle 5 e poi tutti a fare colazione.