venerdì 23 marzo 2012

PUNTI IN COMUNE - 21

“….è proprio attraverso il linguaggio che avviene la comunicazione; menzogna che altera tutta la stessa comunicazione; menzogna attraverso la quale l’oratore, il trascinatore parla in un linguaggio, e l’uditore, il trascinato intende in un linguaggio totalmente differente….”
(Charles Pèguy – La parola piegata, pag. 9 – Ed. Edizioni Lavoro)

“….tutte queste parole che per l’oratore non sono, come lo dice in modo eccellente la grammatica, che le membra della frase e le parti del discorso, queste stesse parole intese diversamente, sono per degli uomini semplici un principio di fame e di sete, di sacrificio e di passione, di malattia e di morte; finito il discorso, il tribuno riprende la strada della stazione, imbarcadero; l’operaio riprende il cammino della miseria, la testa tutta imbottita di immaginazioni, ardente di sogni, piena di fuoco, la gola secca….”
(Charles Pèguy – La parola piegata, pag. 12 – Ed. Edizioni Lavoro)

lunedì 5 marzo 2012

PUNTI IN COMUNE - 20

“….i miserabili trascinati popolari, gli sventurati e perpetui elettori, non sono meno trascinati e manipolati dagli ex operai divenuti trascinatori, di quanto non lo siano dagli altri trascinatori professionali, dai trascinatori nati nel serraglio; i trascinatori divenuti borghesi non sono affatto meno pericolosi per il popolo dei trascinatori borghesi nati borghesi; anzi, forse sono, da molti punti di vista, più pericolosi, perché il popolo, sempre ingenuo, diffida meno….si tratta in definitiva di trascinamenti militari….”
(Charles Pèguy – La parola piegata, pag. 7 – Ed. Edizioni Lavoro)


“….ci sono dei poveri e dei miserabili che intendono nella loro accezione originale, nel loro significato più pregnante, nel loro pieno significato, nel loro significato inusuale quelle parole che l’oratore borghese, che il deputato, che il politico parlamentare pronunciano per abitudine, per stanchezza, per esaurimento di slancio politico..io mi chiedo come è possibile che questi trascinatori non inorridiscano per ciò che fanno….”
(Charles Pèguy – La parola piegata, pag. 8 – Ed. Edizioni Lavoro)