lunedì 15 febbraio 2010

Ascensione invernale sul Grignone

Domenica 31 gennaio, con Ricky, sono salito sul Grignone.
Abbiamo percorso la via invernale, che parte all’incirca da Pasturo, in Valsassina, e passando dal rifugio Madonnina supera un dislivello superiore a 1600 m, di cui circa 150 m in cresta, per giungere al rifugio Brioschi.
La pendenza del percorso è piuttosto vertiginosa, in alcuni punti superiore ai 40°, da effettuarsi solo ed esclusivamente con ramponi e se possibile con piccozza.
La fatica è stata tanta, una volta mi sono chiesto chi me l’ha fatto fare, e l’arrivo in cresta è stata una boccata d’ossigeno. Non immaginavo, però, che per arrivare al rifugio Brioschi dovessi ancora faticare tanto. Il tratto finale, all’andata, me lo sono goduto poco, tanto ero stanco, per cui ero concentrato a mettere i piedi nel punto giusto lungo lo stretto sentiero: alla mia destra, lato lago di Lecco, c’era un salto nel vuoto, alla mia sinistra un versante inclinato lungo almeno ottocentro metri. L’arrivo alla croce, che segna il punto più alto della Grigna, è stato salutato con una preghiera, come ringraziamento per l’obiettivo raggiunto.
Quindi, ci siamo goduti il panorama, eccezionale, che la giornata ci ha offerto. Quello che abbiamo visto domenica ci ha ripagato, e tanto, delle precedenti salite estive sulla Grigna e sulla Grignetta, in cui la nebbia e il cattivo tempo non ci avevano permesso di vedere nulla se non la cima stessa.
Il tepore del rifugio e una minestra calda, accompagnata da una gustosa fetta di torta al cioccolato, ci hanno ridato vigore e forza, e hanno fatto passare in secondo piano la fatica vissuta. Dopo un’ora di pausa abbiamo ripreso il cammino di ritorno, tenendo un occhio al sentiero e uno all’orizzonte, per godere il più possibile della bellezza delle cime dei monti circostanti. Il monte Rosa si vedeva molto bene, il Monviso si intravvedeva chiaramente, il monte Badile sembrava a portata di mano e il Legnone pareva raggiungibile con un salto.
La discesa non è stata così semplice come sembrava all’inizio ma, fatta con tranquillità è stata superata abilmente.
Scherzando e ridendo siamo ritornati alla macchina che era tramontato il sole.
Durante la strada verso casa, con Ricky, ci siamo più volte ripetuti che eravamo esausti, forse al limite delle nostre possibilità, in un periodo in cui siamo poco allenati e abbiamo sulle gambe la sedentarietà dei nostri rispettivi lavori. Ma quello che abbiamo vissuto è stato davvero eccezionale, per l’impresa compiuta e per l’orizzonte che, l’altezza della Grigna, ci ha permesso di vedere.


Novità: Film fotografico sulla gita invernale al Grignone