Per la prima volta da quando esercito il diritto al voto mi trovo nella situazione di non sapere cosa e chi votare.
Strano, perchè sempre ho avuto le idee chiare! Ma la confusione e lo stordimento sono tali che per la prima volta andrò a votare di mala voglia, senza la speranza che possa cambiare qualcosa.
Strano, fare una cosa senza avere speranza. Vale la pena non farla allora!
Ma invito chiunque in questo periodo storico, con la campagna elettorale finora svolta dai candidati, a dirmi se c'è qualcuno o qualche coalizione capace e desiderosa di stravolgere le cose. Perchè di questo si tratta: stravolgere la cultura politica, egoistica e dissolutrice, radicata nel nostro paese. Avere il coraggio di riconoscere il buono che c'è (perchè ce n'è!) e che è stato fatto (da tutti, destra, sinistra, dc, pci, psi....) e rifondare il resto.
Non so come andranno a finire le elezioni, quanti voteranno, quanti si asterranno, chi vincerà, se chi vincerà sarà in grado di governare o meno....ma a chi basta quanto è stato finora detto dai vari leaders? E come è stato detto?
Non vedo molta differenza tra chi è salito in politica e chi è sceso in politica, tra chi nella vita faceva il comico e chi siede nello scranno di Montecitorio da vent'anni e passa. Tutti si sono livellati verso il basso. Se non fossero elezioni sarebbe una commedia trash all'italiana anni 70, dove i protagonisti non sono culi e tette (in questa tornata elettorale se ne vedono pochi!) ma cafoni e cialtroni che dicono....tante minchiate!!
Non so perchè, ma più ci si avvicina al 24 e più mi vengono in mente alcune canzoni italiane, in cui si parla di patria, di amor di patria, di patriottismo. Alcune di queste canzoni le ho amate, altre le ho ascoltate perchè “canzonette” che andavano a go go nelle radio, altre ancora le ho riscoperte di recente.
Ne ho scelte alcune, che per epoca, stile, circostanza storica, e cultura parlano in modo diverso dell'Italia, ma portano con sé un amore profondo e uno spirito di appartenenza che ogni cittadino, e a maggior ragione chi ci rappresenta nelle Istituzioni dovrebbe avere.
La prima è “L'Italiano” di Toto Cutugno: chi non l'ha cantata almeno una volta a squarcia gola orgoglioso di dire “lasciatemi cantare perchè ne sono fiero sono un italiano un italiano vero”.La canzone è un'accozzaglia di rime senza senso, ma il ritornello è dirompente. Più recente è “Italia” di Mino Reitano, espressione semplice ma grata di un emigrante che ha saputo riscattare le sue origini trasferendosi dalla Calabria in Lombardia. E dice una verità che i turisti più attenti riconoscono: “Di terra bella e uguale non ce n'è”!
Un successo nazionale, soprattutto per lo stille irriverente è “La terra dei cachi” di Elio e le storie tese. Per niente banale, descrive in maniera falsamente ironica alcuni mali che l'Italia vive in quell'epoca: le stragi impunite (Falcone e Borsellino, Via dei Georgofili...), la corruzione (in primis Tangentopoli), la malasanità (nel '93 scoppia il caso Poggiolini e De Lorenzo).
Ne 1991 esce “Povera Patria” di Franco Battiato, canzone che avrò cantato, da solo e con amici, centinaia di volte. E' una canzone che denuncia un malessere ormai allo stremo, con una classe politica ormai allo sfascio (un'anno dopo scoppia Tangentopoli e crolla la Prima Repubblica), e una società dominata dalla violenza e dall'istintività. E' una canzone, che sebbene dai toni disperanti lascia uno spiraglio aperto, una speranza verso un cambiamento atteso e desiderato.
Dodici anni dopo arriva “Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber: l'Unione Europea è fatta, c'è già la moneta unica e Presidente della Repubblica è Carlo Azeglio Ciampi, uno dei padri dell'euro. Gaber, rappresenta colui che è deluso dalla propria patria, da come viene gestita e rappresentata, dai servizi che non ci sono o che non funzionano, che a seconda che sia di destra o di sinistra inneggia o demonizza il fascismo o la guerra partigiana, nord contro sud e sud contro nord. Grida all'unità, desidera l'unità del popolo italiano a cui, “per fortuna”, appartiene.
Concludo con una canzone che ho imparato al liceo quando ho cominciato ad andare su per i monti insieme agli amici. E' un canto alpino, “Il Testamento del Capitano”: è il vertice del patriottismo, di colui che si sacrifica per la propria patria, che desidera che Essa si ricordi di lui dopo la morte, che chiede di dividere il proprio corpo e di donare “il primo pezzo alla Patria” e “ l’ultimo pezzo alle Montagne che lo fioriscano di rose e fior”, quasi come a chiudere il cerchio del suo amore carnale per la propria terra.
Oggi non viviamo più in un epoca in cui tale patriottismo è così vivo e ardente, è certamente un altro contesto storico, ma purtroppo siamo quasi al polo opposto. L'augurio è che si ritorni ad essere un po' più grati per la nostra terra e per le persone che ci vivono e che contribuiscono al suo sviluppo. Soprattutto, che questo passo venga compiuto dalle persone che hanno interesse e passione per l'attività politica.
L'ITALIANO
Lasciatemi cantarecon la chitarra in mano
lasciatemi cantare
sono un italiano
Buongiorno Italia gli spaghetti al dente
e un partigiano come Presidente
con l'autoradio sempre nella mano destra
e un canarino sopra la finestra
Buongiorno Italia con i tuoi artisti
con troppa America sui manifesti
con le canzoni con amore
con il cuore
con piu' donne sempre meno suore
Buongiorno Italia
buongiorno Maria
con gli occhi pieni di malinconia
buongiorno Dio
lo sai che ci sono anch'io
Lasciatemi cantare
con la chitarra in mano
lasciatemi cantare
una canzone piano piano
Lasciatemi cantare
perche' ne sono fiero
sono un italiano
un italiano vero
Buongiorno Italia che non si spaventa
e con la crema da barba alla menta
con un vestito gessato sul blu
e la moviola la domenica in TV
Buongiorno Italia col caffe' ristretto
le calze nuove nel primo cassetto
con la bandiera in tintoria
e una 600 giu' di carrozzeria
Buongiorno Italia
buongiorno Maria
con gli occhi pieni di malinconia
buongiorno Dio
lo sai che ci sono anch'io
Lasciatemi cantare
con la chitarra in mano
lasciatemi cantare
una canzone piano piano
Lasciatemi cantare
perche' ne sono fiero
sono un italiano
un italiano vero.
La la la la la la la la...
Lasciatemi cantare
con la chitarra in mano
lasciatemi cantare
una canzone piano piano
Lasciatemi cantare
perche' ne sono fiero
sono un italiano
un italiano vero
ITALIA
Era tanto che volevo Col mio canto dire a te
Grazie a un vecchio pensiero
Grazie al mio paese che
Quest'Italia che respira
Sempre bella e c'è un perché
Questa gente le vuol bene
Questa gente è come me
Poi mi prende l'emozione
Per Firenze che sta là
Per Venezia che si muove
E l'eterna Roma è qua
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Un giardino dentro al mare
Contadina come me
Ride e canta e ballerina
Forse il sole è nato qui
Quest'Italia che profuma
Di oleandri e di perché
Anche quando si è un po' stanchi
Non ci si arrende per un se
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
Non ci si arrende per un se
Italia, Italia
Di terra bella e uguale non ce n'è
Italia, Italia
Questa canzone io la canto a te
LA TERRA DEI CACHI
Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi;tanta voglia di ricominciare abusiva.
Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate;
il visagista delle dive e' truccatissimo.
Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto:
Italia si' Italia no Italia bum, la strage impunita.
Puoi dir di si' puoi dir di no, ma questa e' la vita.
Prepariamoci un caffe', non rechiamoci al caffe' : c'e' un commando che ci aspetta per assassinarci un po'.
Commando si' commando no, commando omicida.
Commando pam commando papapapapam, ma se c'e' la partita
il commando non ci sta e allo stadio se ne va,
sventolando il bandierone non piu' sangue scorrera' ;
infetto si' ? Infetto no? Quintali di plasma.
Primario si' primario dai, primario fantasma,
io fantasma non saro' e al tuo plasma dico no.
Se dimentichi le pinze fischiettando ti diro'
"fi fi fi fi fi fi fi fi ti devo una pinza, fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l ' ho nella panza".
Viva il crogiuolo di pinze. Viva il crogiuolo di panze.
Quanti problemi irrisolti ma un cuore grande cosi'.
Italia si' Italia no Italia gnamme, se famo du spaghi.
Italia sob Italia prot, la terra dei cachi.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo; un totale di due pizze e l'Italia e' questa qua.
Fufafifi' fufafifi' Italia evviva.
Italia perfetta, perepepe' nanananai.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo:
in totale molto pizzo, ma l ' Italia non ci sta.
Italia si' Italia no, Italia si'
ue', Italia no,ue' ue' ue' ue' ue'.
Perche' la terra dei cachi e' la terra dei cachi. No.
POVERA PATRIA
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.
IO NON MI SENTO ITALIANO
Io G. G. sono nato e vivo a Milano.Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.
Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.
Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO
Il capitan de la compagniae l’è ferito e sta per mori.
El manda a dire ai suoi Alpini
perché lo vengano a ritrovar.
I suoi Alpini ghe manda a dire
che non han scarpe per camminar.
“O con le scarpe, o senza scarpe,
i miei Alpini li voglio qua”.
“Cosa comanda sior capitano,
che noi adesso semo arrivà?”
“E io comando che il mio corpo
in cinque pezzi sia taglià.
Il primo pezzo alla mia Patria,
secondo pezzo al Battaglion.
Il terzo pezzo alla mia Mamma
che si ricordi del suo figliol.
Il quarto pezzo alla mia Bella,
che si ricordi del suo primo amor.
L’ultimo pezzo alle Montagne
che lo fioriscano di rose e fior”.
L’ultimo pezzo alle Montagne
che lo fioriscano di rose e fior!