“…Sull’entusiasmo, l’etimologia ci solletica: avere entusiasmo significa avere il Dio dentro (en+theòs), essere cioè animati da una forza superiore che consente di superare le avversità e raggiungere gli obiettivi. Dotati di entusiasmo per il lavoro, arriviamo prima ovunque vogliamo andare”
(Enrico Cerni – Dante per i manager, pag. 129 – Ed. Gruppo 24ore)
venerdì 27 gennaio 2012
martedì 10 gennaio 2012
Dicevano che.....
Dicevano che mio padre era un gran lavoratore, uno infaticabile, uno instancabile, uno che non si tirava mai indietro dal suo dovere, uno forte, uno resistente, uno ligio al proprio lavoro.
Ai suoi tempi era richiesta molta forza, grande duttilità, ottime doti di empatia, era necessario essere puliti, candeggiati, non avere macchie sulla coscienza.
Ai suoi tempi erano preferiti i bianchi, non per una questione di razzismo ma perché sinonimo si candore.
Ai suoi tempi era necessario essere flessibili: si lavorava su turni, senza orario fisso. A volte quattro, alcune sei, talvolta otto ore di servizio. In casi eccezionali dopo un’ora poteva finire il proprio turno: erano situazioni sfigate o fortunate, a seconda!
L’ingresso nel proprio posto di lavoro era deciso dal datore sulla base delle sue esigenze produttive. Occorreva essere sempre pronti alla chiamata, piegarsi e spiegarsi al volere del capo.
Mio padre ha cambiato quattro datori di lavoro, tre uomini e una donna di età diversa, ma sempre con la stessa mansione e identico ruolo.
Lui preferiva gli uomini, “si lavorava meglio” mi diceva. Meno casini, meno rogne, meno lamentele. Le donne sono suscettibili, facilmente irritabili, arrossiscono alla minima difficoltà e si incazzano presto. Ti trattano come una pezza vecchia. Ah queste donne, non cambiano mai!!!
Mio padre non ha avuto mai grossi problemi: ha dovuto contenere moli enormi di lavoro ma mai particolari incidenti. Una volta fu trascinato a terra e si strappò: fu prontamente medicato. Furono necessari alcuni punti di sutura ma poco dopo tornò in servizio come nuovo. La cicatrice era stata cucita da mani esperte.
Ah, bei tempi!!! Diceva mio padre.
Ma purtroppo per lui, anche per lui, arrivò il giorno del congedo. Suo malgrado, perché lui si sentiva ancora forte e capace di svolgere degnamente il suo dovere.
Ma occorreva fare spazio alla nuova generazione: le nuove leve. Il futuro!!
Così arrivammo noi: generazione di spavaldi, boriosi e bamboccioni, capaci solo di venderci a caro prezzo. Anche presuntuosi, perché pensiamo di essere i migliori.
E invece no, purtroppo.
Abbiamo un carattere accidioso, tanto che possiamo irritare velocemente chi ci assume. Pensiamo di essere flessibili e invece no: c’è chi vuole lavorare con gli uomini, chi con le donne, chi con i giovani, chi con i più maturi. E’ difficile che ci si scambi il lavoro e se ciò accade son dolori.
A qualcuno andiamo stretti, ad altri larghi, alcuni ci trattano con attenzione altri ci mal trattano.
Ci stanchiamo facilmente, a volte ci rompiamo e siccome siamo orgogliosi non vogliamo più lavorare.
Resistiamo al massimo sei ore: poi, diventiamo così pesanti che ci sostituiscono subito con altri più leggeri e più freschi.
Il turn over è impressionante: siamo dei precari, ci chiamano la generazione “usa e getta”.
Che vita di merda!! Ma meno male che la merda c’è!!!!
Con delicatezza,
Panno Lino
Ai suoi tempi era richiesta molta forza, grande duttilità, ottime doti di empatia, era necessario essere puliti, candeggiati, non avere macchie sulla coscienza.
Ai suoi tempi erano preferiti i bianchi, non per una questione di razzismo ma perché sinonimo si candore.
Ai suoi tempi era necessario essere flessibili: si lavorava su turni, senza orario fisso. A volte quattro, alcune sei, talvolta otto ore di servizio. In casi eccezionali dopo un’ora poteva finire il proprio turno: erano situazioni sfigate o fortunate, a seconda!
L’ingresso nel proprio posto di lavoro era deciso dal datore sulla base delle sue esigenze produttive. Occorreva essere sempre pronti alla chiamata, piegarsi e spiegarsi al volere del capo.
Mio padre ha cambiato quattro datori di lavoro, tre uomini e una donna di età diversa, ma sempre con la stessa mansione e identico ruolo.
Lui preferiva gli uomini, “si lavorava meglio” mi diceva. Meno casini, meno rogne, meno lamentele. Le donne sono suscettibili, facilmente irritabili, arrossiscono alla minima difficoltà e si incazzano presto. Ti trattano come una pezza vecchia. Ah queste donne, non cambiano mai!!!
Mio padre non ha avuto mai grossi problemi: ha dovuto contenere moli enormi di lavoro ma mai particolari incidenti. Una volta fu trascinato a terra e si strappò: fu prontamente medicato. Furono necessari alcuni punti di sutura ma poco dopo tornò in servizio come nuovo. La cicatrice era stata cucita da mani esperte.
Ah, bei tempi!!! Diceva mio padre.
Ma purtroppo per lui, anche per lui, arrivò il giorno del congedo. Suo malgrado, perché lui si sentiva ancora forte e capace di svolgere degnamente il suo dovere.
Ma occorreva fare spazio alla nuova generazione: le nuove leve. Il futuro!!
Così arrivammo noi: generazione di spavaldi, boriosi e bamboccioni, capaci solo di venderci a caro prezzo. Anche presuntuosi, perché pensiamo di essere i migliori.
E invece no, purtroppo.
Abbiamo un carattere accidioso, tanto che possiamo irritare velocemente chi ci assume. Pensiamo di essere flessibili e invece no: c’è chi vuole lavorare con gli uomini, chi con le donne, chi con i giovani, chi con i più maturi. E’ difficile che ci si scambi il lavoro e se ciò accade son dolori.
A qualcuno andiamo stretti, ad altri larghi, alcuni ci trattano con attenzione altri ci mal trattano.
Ci stanchiamo facilmente, a volte ci rompiamo e siccome siamo orgogliosi non vogliamo più lavorare.
Resistiamo al massimo sei ore: poi, diventiamo così pesanti che ci sostituiscono subito con altri più leggeri e più freschi.
Il turn over è impressionante: siamo dei precari, ci chiamano la generazione “usa e getta”.
Che vita di merda!! Ma meno male che la merda c’è!!!!
Con delicatezza,
Panno Lino
lunedì 2 gennaio 2012
PUNTI IN COMUNE - 16
“I ragionamenti generano idoli, solo lo stupore conosce”
- San Gragorio di Nissa, IV sec. d.C. -
(Enrico Cerni – Dante per i manager, pag. 144 – Ed. Gruppo 24ore)
- San Gragorio di Nissa, IV sec. d.C. -
(Enrico Cerni – Dante per i manager, pag. 144 – Ed. Gruppo 24ore)
Iscriviti a:
Post (Atom)